Regia di Fritz Lang vedi scheda film
Non sono mai stato un gran conoscitore delle opere di Fritz Lang. Pensavo che dopo il suo periodo "espressionista-tedesco" e la conseguente "fuga" negli Stati Uniti, si fosse dedicato prevalentemente al genere noir, nonostante un paio di incursioni nel western, genere americano d'eccellenza che aveva fatto innamorare anche il grande regista austriaco. Rimasi molto deluso da LA STRADA SCARLATTA, nonostante le ottime recensioni lette. Molto meglio il precedente LA DONNA DEL RITRATTO, entrambi interpretati da Edward G. Robinson e Johan Bennet. Anche DIETRO LA PORTA CHIUSA non ha incontrato molto i miei favori, nonostante le notevoli premesse. Non immaginavo pero' che la sua lunga e preziosa filmografia comprendesse anche pellicole d'avventura che sembrano uscite dalla penna di autori come Stevenson e Salgari. IL COVO DEI CONTRABBANDIERI, appartiene a quel genere di avventure piratesche molto in auge negli anni 50'. Qui i pirati sono sostituiti dai contrabbandieri e la vicenda si svolge sulla terraferma, il mare si vede solo nei titoli di testa e verso la meta' del film, oltretutto filmato in maniera molto suggestiva. Ambientato nell'Inghilterra del 18' secolo, in Cornovaglia credo, il film ha all'origine l'omonimo romanzo del britannico John Meade Falkner, scrittore che non conosco assolutamente, anche se la vicenda non puo' non far venire in mente il classico di Robert Stevenson L'ISOLA DEL TESORO, non senza dei chiarissimi riferimenti a Charles Dickens. Il truce e menomato pirata Long John Silver del romanzo di Stevenson, viene qui sostituito da Jeremy Fox, fascinoso, raffinato e cinico contrabbandiere, che grazie a un bambino orfano di 11 anni, scopre valori come l'amicizia e il rispetto per il prossimo, ben piu' importanti del facile guadagno e la ricchezza. L'avventuriero protagonista e' interpretato dal solito Stewart Granger, non nuovo a questi ruoli, come in altri film d'avventura in costume e di cappa e spada da lui interpretati. Lang confeziona un'opera di grande eleganza cromatica, una splendida fotografia che valorizza un'ambientazione gotica, tetra e cupa, che non fa dimenticare i suoi trascorsi espressionistici. Il risultato, nonostante qualche intoppo come la rocambolesca fuga dalla fortezza militare, realizzata un po' troppo in stile "Disneyano", e' un godibilissimo film d'avventure come non se ne fanno piu'.
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