Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Dopo un paio di tentativi in direzione 'classica' (La morte risale a ieri sera e Una farfalla con le ali insanguinate), ecco che Tessari prova a ibridare il giallo poliziesco con il thriller in questo Tony Arzenta. Sono i tempi dell'esplosione del primissimo 'poliziottesco' (o meglio poliziesco all'italiana), quando Di Leo e Lenzi cominciano a raccontare le sordide vicende delle metropoli in mano alla delinquenza e le personali vendette degli sbirri che si sentono frenati dalle leggi. Ecco, questo film è a cavallo fra i due generi: ci sono sia la gangster story più classica che tutta l'atmosfera della 'città malata' dei lavori contemporanei, con tanto di inseguimenti in auto, sparatorie senza pietà e pure qualche scena sanguinolenta a effetto. Delon è bravissimo a rendere vivo un protagonista fuori di sè, gelido esteriormente ma che ribolle di rancore al suo interno; fra gli altri interpreti si segnalano Carla Gravina (che però compare soltanto nella seconda metà del film), Richard Conte (habituè nei panni del boss), Nicoletta Machiavelli (che invece scompare molto presto, essendo la moglie di Arzenta), Marc Porel, Lino Troisi, Silvano Tranquilli, Erika Blanc, Ettore Manni: un cast di tutto rispetto. In sceneggiatura si affiancano le firme di Roberto Gandus, Ugo Liberatore e Franco Verucci (gli ultimi due già vantavano una discreta esperienza; il primo, che non farà molta strada, è qui all'esordio come autore di cinema); musiche di Gianni Ferrio, produce Luciano Martino. C'è azione, c'è sostanza, ma anche poca originalità. 5,5/10.
Tony Arzenta, sicario mafioso, decide di cambiare vita. Il suo ex 'capo' gli vorrebbe far cambiare idea con un'autobomba, che però, per una casualità, uccide soltanto moglie e figlio di Arzenta. Che parte quindi alla carica per una tremenda vendetta.
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