Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
"Tony Arzenta" è uno dei migliori esempi del genere noir italiano anni Settanta. Certo, per chi (come me) si attendeva qualcosa di vagamente simile all'ottima riuscita di "Milano calibro 9" (1972), un po' di delusione è inevitabile, ma va detto che il mestiere di Tessari, un regista che mai si è adagiato sugli schemi di un genere cinematografico, fa di questo film un prodotto di qualità molto più elevata rispetto alla media. Oltre a qualche pezzo musicale particolarmente indovinato (si pensi a "L'appuntamento" di Ornella Vanoni), anche il buon cast (Orsini, Conte, la Gravina, Sbragia, il mitico Diffring, come comprimari, non sono cosa da poco) contribuisce in maniera determinante alla riuscita dell'insieme. Delon coproduce, recita e fa lo stunt di sé stesso: non sarà mai bravo per quanto è bello, ma insomma qui se la cava, e fa pensare che forse i suoi risultati migliori li ha dati più in Italia ("Rocco e i suoi fratelli", "L'eclisse", "Il gattopardo"...) che in Francia. (3 giugno 2008)
Dopo l'ennesimo omicidio, condotto con l'usuale ed impeccabile perfezionismo, il killer della criminalità organizzata Tony Arzenta, di origini siciliane, decide di ritirarsi dall'attività. Ma l'organizzazione non lascia andare impunemente i propri "figli"... Comincia così una serie di vendette incrociate che spingono il sicario ad intraprendere la sua personale vendetta contro i capi della mala, fino ad un finale che lascia l'amaro in bocca.
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