Trama
Il sedicenne Youri vive da sempre nella Cité Gagarin, un vasto complesso residenziale popolare alla periferia di Parigi. Sogna di diventare un astronauta quando il progetto di demolizione del complesso lo trasforma in un resistente. Con gli amici Diana e Houssam, intraprenderà un disperato tentativo per salvare la sua casa, divenuta la sua "astronave".
Approfondimento
GAGARINE: UN RAGAZZO, IL SUO QUARTIERE E LA FINE DI UN'UTOPIA
Diretto da Fanny Liatard e Jérémy Trouilh e sceneggiato dai due con Benjamin Charbit, Gagarine racconta la storia di Youri, un ragazzo di sedici anni cresciuto a Gagarine, un grande complesso residenziale alle porte di Parigi, che sogna di diventare cosmonauta proprio come Yuri Gagarin. Quando apprende che Gagarine è destinato a essere demolito, Youri decide di opporre resistenza alla decisione. Con la complicità di Diana, Houssam e degli altri residenti, si propone di salvare il complesso, diventato con i suoi mattoni rossi la sua personalissima "astronave".
Con le scenografie di Marion Burger, i costumi di Ariane Daurat e le musiche di Amin Bouhafa, Evgueni Galperine e Sacha Galperine, Gagarine è un'opera visivamente innovativa e poetica incentrata sul complesso Gagarine. Fatto di edifici in mattoni rossi in grado di ospitare 370 unità abitative, Gagarine è stato realizzato all'inizio degli anni Sessanta a Ivry-sur-Seine, nel circondario di Parigi. All'epoca, la costruzione, voluta dal Partito comunista francese, costituiva una sorta di cintura rossa e intendeva offrire una nuova interpretazione dell'architettura delle banlieue. Nel 1963, il famoso astronauta Yuri Gagarin, il primo uomo ad andare nello spazio, giunse a Parigi per l'inaugurazione del complesso, dandogli definitivamente il suo nome. Un tempo utopia collettiva, i complessi rossi nel corso dei decenni sono diventati territori piuttosto stigmatizzati e spesso si è discusso sulla loro riqualificazione urbana. Nel 2014 si è anche giunti alla decisione di demolire Gagarine e di trasferirne altrove i residenti costringendoli a cancellare decenni di vita familiare e lavorativa, speranze e delusioni. La demolizione vera e propria ha avuto inizio il 31 agosto 2019 sotto gli occhi degli stessi ex abitanti. Hanno sottolineato i due registi in occasione della partecipazione "virtuale" al Festival di Cannes 2020: "Gagarine ha due protagonisti, un adolescente e un complesso residenziale. I due sono in costante dialogo. Quando abbiamo immaginato Youri, ci siamo detti che i suoi genitori erano arrivati al complesso prima della sua nascita e che il luogo aveva fatto da ispirazione anche per il suo nome. Quindi, Youri è figlio del complesso, ha sempre vissuto lì e nella sua immaginazione tutto è legato al gigantesco quartiere. Per lui, vedere scomparire i luoghi in cui è nato e cresciuto equivale a vedere morire i ricordi e i sogni d'infanzia e perdere quella comunità a cui tiene molto. Youri ama quei palazzoni, per lui non sono solo un'utopia del passato. Lasciarli vuol dire perdere tutto, rinunciare alla sua famiglia allargata e cancellare il proprio mondo immaginario. Sono queste le ragioni per cui si propone di opporsi al provvedimento di demolizione".
Il cast
A dirigere Gagarine sono Fanny Liatard e Jérémy Trouilh, registi e sceneggiatori francesi. Alla loro opera prima, i due hanno studiato insieme Scienze politiche prima di dedicarsi al mondo del cinema dopo una serie di viaggi e incontri che hanno permesso loro di rendere più concreti i loro sogni di cineasti. In… Vedi tutto
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Commenti (4) vedi tutti
Il film di banlieu deve essere ormai considerato genere. Vi possiamo persino inserire il nostrano "Gomorra" e titoli similari. Qui la coppia Liatard-Trouihl cerca di estraniarsi dal genere, fallendo in maniera grossolana: l'idea fantascientifica ("Gagarine" è la città costruita nei 60 per essere abbattuta nel 2019) è paradossale e innocua.
commento di maurri 63Lo sfondo di quartieri popolari e case sfollate rimane pure interessante...ma poi lo svolgimento e il finale sfiorano un po' il grottesco...io non mi sento di consigliarlo.
commento di ezioAlla coppia di registi Liatard e Trouilh interessa fantasticare più che raccontare. E' anche per questo che il ritmo è lento ed il racconto poco fluido. Ma anche grazie a ciò soprattutto sul finire si assiste ad una buona esibizione di arte cinematografica.
commento di bombo1Tra la realtà e il sogno ha il risultato di annoiare. Lento e soporifero, nella seconda parte pure stucchevole. Ambientato nella Francia multietnica.
commento di gruvieraz