Regia di João Paulo Miranda Maria vedi scheda film
TORINO FILM FESTIVAL 38 – CONCORSO TORINO 38
Cristovam è un anziano manovale originario del centro del Brasile, dovutosi trasferire nell'area del sud del paese a seguito della chiusura della filiale locale dell'azienda tirolese produttrice di latte, da tempo impiantata nel paese.
Pertanto l'uomo, solo e solitario, poco avvezzo a familiarizzare, umiliato anche nella retribuzione, che gli viene diminuita n ragione del fatto che la casamadre austriaca versa in condizioni critiche, e che lui non ha una famiglia da mantener, trova rifugio e conforto psicologico andando a trascorrere sempre più parte del suo tempo libero in una casa abbandonata ai margini della foresta.
Una casa mezza devastata, ove trovano asilo anche ragazzacci crudeli che finiscono per uccidergli, per mera crudeltà. l'amato vecchio cane, amanti clandestini in cerca di un luogo in cui appartarsi, e soprattutto all'interno della quale l'uomo riesce a trovare antichi cimeli di una tradizione che, poco per volta, finisce per coinvolgerlo sempre di più in una azione di rivendicazione del proprio status e del proprio orgoglio di uomo libero da troppo tempo deriso e fatto oggetto di scherzi crudeli.
Finendo per rendersi colpevole di azioni riprovevoli e crudeli che non riescono a giustificare le mortificazioni subite, e che, anzi, finiscono per additarlo ufficialmente come persona pericolosa da cui tenersi distante.
Primo lungometraggio del giovane regista brasiliano Joao Paulo Miranda Maria, “Casa des Antiguidades” conduce lo spettatore in un affascinante e non meno allarmante viaggio all'interno di una solitudine e di una auto-segregazione che caratterizzano l'azione di difesa contro un nemico onnipresente e minaccioso, adottata da un taciturno essere pacifico, reso ferino e micidiale dalle circostante e da tanto, troppo cinismo con cui sia la dirigenza aziendale, sia i singoli colleghi, finiscono per ostentare dinanzi al malcapitato e solitario lavoratore.
Un film non facile, né tanto meno immediato, forte di un candido, immacolato incipit che pare fantascienza pura, fino a sporcarsi della volgarità fangosa della vita quotidiana che affligge le vittime di soprusi, Un'opera misteriosa che introduce lo spettatore in una labirinto di sensazioni e simbolismi catturati probabilmente da una antica tradizione magica che sopravvive di rancori a stentotrattenuti e si fa forza su travestimenti improbsbili, solo apparentemente buffi ed incongrui, ma carichi di quella forza di riscatto che trasforma le vittime in esseri aggressivi e vendicativi, alla ricerca di un loro meritato riscatto.
Un film carico di inquietudini, di orrori nascosti ravvivati e resi manifesti da atteggiamenti ostili troppo a lungo ostentati ai danni di un essere mite che si ritrova a poter sperare in una tardiva rivendicazione di tutte le prevaricazioni subite.
Forse e ad oggi, il miglior film del Concorso Torino 38 fino ad ora visto qui al TFF.
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