Regia di Ralph Nelson vedi scheda film
"La scienza modena?" "Aggressiva tecnologia. Coscienza meccanizzata". "L'arte moderna?" "Abbozzi senza anima". "La politica estera?" "Ancora nuove armi". "La gioventù di oggi?" "Desolata, negletta". "La religione d'oggi?" "Prediche per comizi popolari". "Il tenore di vita?" "La tv in ogni camera". "L'istruzione?" "La tv in ogni camera". "Il mondo del futuro, signor Gordon..." "Certo nuovi odi, certo nuove bombe, certo nuove guerre". "La prossima generazione?" "Concepimento in vitro, nascite in laboratorio, istruzione televisiva. Certo nuovi sogni, certo nuovi odi, certo nuove guerre. Un processo stupendamente vano di suicidio collettivo".
I due mondi di Charly è tratto dal classico di fantascienza Fiori per Algernon di Daniel Keyes. L'intento della storia è chiara, una metafora della scienza e della tecnologia in rapporto con l'intelligenza umana. Il protagonista è Charly Gordon, ritardato mentale che viene costantemente battuto in test di laboratorio dal topolino Algernon. Quando gli si presenta l'occasione di sottoporsi ad un nuovo esperimento sul cervello, accetta senza esitazioni e da un momento all'altro diventa un vero e proprio genio. Ma il finale è agghiacciante ed inquietante, anche se il film lo ammorbidisce un pò rispetto al libro. Nel complesso è un bel film, appesantito però secondo me da una regia poco convincente (Ralph Nelson è il regista di Soldato blu) e troppo incline ad uno stile in split screen e sovraimpressioni in puro stile anni 60-70. Molto bravo invece Cliff Robertson, che volle fortemente realizzare questo film (lo co-produsse anche) e vinse un meritato Oscar.
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