Dopo 49 anni da Panda! Go Panda di Hayao Miyazaki e Isao Takahata in disegno tradizionale, si può prendere Earwig e la strega di Goro Miyazaki come un nuovo inizio in CGI per nuovi esaltanti racconti e storie per tutte le età, del nuovo Studio Ghibli.
Dopo che i nonni hanno costruito il capannone, spetta alle nuove generazioni costruire il capannone grandissimo fino all’arrivo dei successivi figli che si drogheranno e che faranno fallire tutto quello che è stato fatto dai padri, ma non mi sembra il caso in questo momento di Goro Miyazaki che con questa nuova opera interamente in CGI sembra essere “quasi” la generazione che porterà lo Studio nel futuro.
Ed è certo che non tutti sapranno apprezzare questa nuova evoluzione dello Studio Ghibli, perché attualmente siamo dei dinosauri da distruggere, perché non possiamo fermare il nuovo, non possiamo rimanere legati per sempre alle complesse storie di apocalissi climatiche di Nausicaa
e neppure alla bellezza dei disegni pittorici in un Giappone feudale di La principessa splendente,
dobbiamo andare inevitabilmente avanti.
E Earwig è un buon inizio, se pur poco complesso di una trama imbarazzante, senza sollazzi ma con qualche momento divertente dato dai comprimari “malefici” di Bella Yaga e Mandragora che in certi frangenti non so perché sono andato a pensare a loro in questa precisa scena.
Un piccolo, breve racconto della scrittrice Diana Wynne Jones autrice di Il castello errante di Howl, che era senz’altro molto più complesso e adatto a un pubblico di ragazzi che in questo caso in Earwig diventano bambini,
ma si sa che per ogni età ci sono i suoi spettatori, e Isao e Hayao sono coautori “colpevoli” prima di fondare il grande studio, persino di Panda! Go Panda, ma non per questo ci siamo lamentati anzi tutt’altro. E certamente noi spettatori non si può essere sempre i protagonisti egoisti delle storie che devono essere invece offerte per tutte le età, che non sempre possono appartenere alla nostra anagrafica.
Certe volte non rimane che lasciarsi semplicemente andare alla visione, anche perché stiamo vedendo sempre e comunque un film dello Studio Ghibli e che piaccia o no dovrà inevitabilmente evolvere per non appassire.
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