Regia di Kôyû Ohara vedi scheda film
Uno dei più interessanti pingu-eika (o roman-porno) interpretati dalla reginetta nipponica del soft bondage, Naomi Tani. Film erotico e altamente politico al tempo stesso, ambientato in un campo di prigionia.
Nel pieno della seconda guerra mondiale, la graziosa e altolocata Lady Kikoshima (Naomi Tani) finisce nel mirino d'un ufficiale del regime, che tutto fa per imprigionarla - assieme a un suo amico - accusandola ingiustamente per torturarla a sangue.
Impeccabile esempio di roman-porno fedele alla linea sadiana strictu sensu, nel quale la fanno da padrone corde a cingere fianchi, gambe e - ovviamente - abbondanti seni. Umiliazioni senza sosta per la vittima sacrificale, costretta a subire angherie degne del più truce eros-svastika italiano. La star del bondage Naomi Tani si disvela essere sottomessa (con malcelato piacere) in toto. Distribuito in VHS in lingua originale, con sottotitoli, a cavallo degli anni 2000 nel ciclo curato da Nocturno cinema (Sex & violence 3).
Naomi Tani: il piacere della corda
Paragonabile, per l'eleganza di un volto dai tratti nobili e per portamento, a Silvana Mangano, Naomi Tani nasce nel 1948 ad Hakata, Fukuoka (isola di Kyushu). Nel 1966 si trasferisce a Tokyo in cerca di occupazione, finendo per fare la modella e apparire sulle pagine della rivista Shukan-Taishu. Il passaggio da set fotografici a cinematografici è breve, e Naomi si trova sempre più spesso coinvolta in piccole produzioni pinku-eiga (o roman-porno), sino al coinvolgimento con la Dokuritsu per la quale si specializza (in un paio di occasioni anche come regista) in ruoli sadomaso. Spesso al servizio di sceneggiature tutt'altro che banali per la maggior parte opera del romanziere erotico Oniroku Dan, con il quale suggella un vero e proprio sodalizio artistico, trascinandoselo dietro anche nelle produzioni targate Nikkatsu. Con il regista di ideologia comunista (Konuma Masaru), in seguito la Tani - sempre supportata in sceneggiatura da Oniroku - è protagonista di alcune delle più significative opere Nikkatsu (Hana to Ebi e Ikenie fujin) realizzate a metà degli anni '70.
Fairy in a cage
Nel 1976 Naomi viene nominata alla candidatura come migliore attrice per l'Academy del Festival cinematografico di Tokyo, quindi interpreta pellicole erotiche di enorme successo tra le quali anche due nazi in stile nipponico: Ori no naka no yosei (Fairy in a cage, ovvero questo Madame in gabbia) e Zankoku: Kurobara Lynch (Black rose torture). Due pellicole - ambientate in campi di prigionia durante il secondo conflitto mondiale - fortemente politicizzate e critiche nei confronti del revisionismo storico della destra: i crimini esposti nei due film vanno oltre ogni più umana comprensione, ingiustificabili anche nel contesto di una guerra. Nel 1979, dopo avere preso parte a Rope and skin (ennesimo roman porno a base di costrizioni corporali, imposte con corde), Naomi Tani a solo 31 anni abbandona le scene per ritirarsi a vita privata, dedicandosi al marito e alla famiglia.
La filmografia dell'attrice ha cominciato ad emergere anche in occidente molto tardivamente, ovvero dopo che negli Stati Uniti, attorno al 1998, alcuni appassionati di cinema estremo hanno riportato alla luce molte delle pellicole che la vedono indiscussa (sottomessa ma al tempo stesso dominante) attrice.
(Fonte della biografia di Naomi Tani: booklet allegato alla VHS Shendene, a cura di Antonio Guastella).
Fairy in a cage
"Questo vi parrà strano, vi farà ridere… eppure… Prendiamo, per esempio, la tortura: strazio, piaghe, scricchiolio di ossa, dolore materiale insomma, che distrae la vittima dalle sofferenze morali, fino a che non venga la morte. Ma il dolore principale, il più forte, non è già quello delle ferite; è invece la certezza, che fra un’ora, poi fra dieci minuti, poi fra mezzo minuto, poi ora, subito, l’anima si staccherà dal corpo, e che tu, uomo, cesserai irrevocabilmente di essere un uomo. Questa certezza è spaventosa. Tu metti la testa sotto la mannaia, senti strisciare il ferro, e quel quarto di secondo è più atroce di qualunque agonia." (Fëdor Dostoevskij)
N.B. I seguenti video sono riservati solo ed esclusivamente a un pubblico adulto
Ori no naka no yosei (Kôyû Ohara, 1977)
Clip 2
F.P. 28/12/2020 - Versione visionata in lingua giapponese (durata: 68')
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