Regia di Gianfranco De Bosio vedi scheda film
E' un film abbastanza interessante che esplora un terreno non molto battuto, cioè sia quello della Resistenza a Venezia che dell'analisi delle sue diverse anime (comunista, socialista, liberale, cattolica, anarchica...). Tra i demeriti della pellicola vi è l'eccessivo didascalismo di certe parti, cioè quelle delle riunioni dei capi partito, le quali sono proprio illustrative e "ragionate". Ci sono anche alcune parti un po' lente. Tra i pregi segnalo invece la tensione e l'essenzialità delle sequenze degli attentati, alcuni sobri dialoghi tra gli attentatori e alcune scene di tafferugli con la polizia fascista.
Il film pone in particolare il dilemma di quale sia (stata) la giusta strategia per liberare l'Italia dall'occupazione nazista, e in particolare se sia giusto mettere in atto attentati con l'inevitabile conseguenza dei morti. Il problema era ben vivo all'epoca degli eventi, e infatti non mancò di provocare non poche diatribe e disaccordi tra le diverse anime e i diversi fautori della Resistenza. Può sembrare che forse il film lasci tale problema insoluto, in realtà, a guardar bene, secondo me viene approvata la tattica degli attentati a oltranza, incarnata dal personaggio interpretato da Volontè. Qui più misurato che altrove, l'attore interpreta bene una figura sostanzialmente positiva, una specie di "primula" misteriosa e imprendibile che semina lo scompiglio tra le fila del nemico. Pare insomma che il film spezzi una lancia a favore della lotta dinamitarda, perché le altre tattiche si risolverebbero in molte parole e diplomazia, ma pochissimi risultati.
E' un film che si lascia guardare, più interessante come documento storico e spunto per dibattiti che come cinema in senso proprio.
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