Regia di Vincenzo Salemme vedi scheda film
Secondo episodio delle videoregistrazioni delle commedie di teatro dialettale di Salemme, dopo L'amico del cuore recidivo nel proporre storie di amori ospedalieri e 'deviati'. Amore a prima vista è un film insulso e prevedibile esattamente quanto il suo titolo; soggetto, sceneggiatura e regia sono interamente colpa di Salemme, ed è difficile stabilire con assoluta certezza quale sia fra queste la colpa maggiore. Alla banalità della storia e alla staticità della regia si aggiungono dialoghi botta-e-risposta e personaggi-macchietta che trasudano teatro napoletano, ma che per quanto più o meno riusciti non possono per forza di cose mai 'sfondare' il grande schermo; ultimo tassello del nefando puzzle, una sottotrama machista apertamente omofoba che invecchia l'Italia di cinquant'anni tutto d'un botto. Peccato perchè la compagnia di Salemme è affiatata e dotata di ottimi elementi; ma sarebbero all'altezza di recitare qualcos'altro, di più impegnato o semplicemente di più cinematografico? Purtroppo l'incapacità di proporsi in altra maniera fa sorgere questi dubbi. Accanto ai soliti Buccirosso, Casagrande, Paone e Biagio Izzo, compaiono qui Mandala Tayde (curiosamente un altro volto femminile reso popolare dagli spot tv, come accadeva per la Herzigova ne L'amico del cuore), Tosca D'Aquino, Bruno dei Fichi d'India (per una volta da solo) e, in ruolini efficaci, Enzo Cannavale e Sergio Vastano. Le musiche di Pino Daniele sono al posto giusto, ma sono troppe altre le cose che non vanno proprio. 2,5/10.
Un camorrista sciupafemmine riceve gli occhi di una donna morta in un incidente; la donna era moglie di un carabiniere, che il camorrista per caso un giorno incontra e di cui immediatamente si innamora, ricambiato.
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