Regia di Jacques Deray vedi scheda film
Il killer parigino Lucien Bellon (Jean- Louis Trintignant) si reca a Los Angeles per uccidere su commissione Viktor Kovacs, un individuo colluso con la malavita organizzata. Una volta portato a termine il lavoro, lo stesso Lucien verra' preso inspiegabilmente di mira da un suo collega americano. Non sono mai stato un grande appassionato del cinema francese, che si tratti di grandi autori o di semplici film di genere. A quello dei "cugini" transalpini ho sempre preferito il nostro di cinema e in particolare quello d'oltremanica. Sono pero' un grande appassionato di noir e polizieschi, specie quelli anni 70' (non i poliziotteschi italiani) e nonostante non abbia mai visto un suo film, la filmografia del regista Jaques Deray conta molti titoli noir, o meglio "polar", come si pronuncia a casa loro. FUNERALE A LOS ANGELES e' un polar di produzione italo-francese, girato e ambientato a Los Angeles, che porta infatti la firma del regista sopra citato. Purtroppo nonostante un cast di assoluto rispetto, un soggetto intrigante e buone recensioni, considero il risultato irrimediabilmente mediocre. Non funziona come action-movie, e' infatti troppo lento e privo di emozioni, non funziona neanche come thriller, in quanto manca di suspence e tensione. Per assurdo non funzionano neanche gli interpreti, con un Trintignant imbalsamato e monoespressivo. Le cose non vanno meglio per il suo antagonista, il killer Lenny interpretato da Roy Scheider, in un ruolo che dovrebbe calzargli a pennello. Purtroppo il bravo attore americano appare svogliato e monocorde, adeguandosi alla mediocrita' dell'insieme. Non manca il solito personaggio femminile, interpretato da Ann Margret. La bellissima attrice svedese da vita a un personaggio stereotipato, una fragile spogliarellista dal cuore d'oro invischiata in una storia piu' grande di lei, e risulta essere solo una presenza "decorativa" senza alcun approfondimento. Inutili anche i siparietti umoristici con la casalinga presa in ostaggio per ben due volte, e quello piu' bizzarro con l'ex-tossico divenuto un fanatico religioso. Qualche scossone sembra arrivare nella sparatoria finale, durante il funerale che da il titolo al film, e nel tragico epilogo che vede il nostro protagonista mortalmente ferito che muore lentamente mentre si trova alla guida di un carro funebre, con in sottofondo una bella colonna sonora tipicamente anni 70' suonata con basso e tastiere. Purtroppo e' un po' troppo tardi per risollevare la pellicola dalla mediocrita' e dove non mancano affatto gli sbadigli. A questo punto, se vogliamo parlare di produzioni europee di genere girate negli States, molto meglio il CITTA' VIOLENTA del nostro Sergio Sollima.
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