Regia di James Moll vedi scheda film
Qualcuno guarda tre-quattro documentari sulla Shoah e crede di aver visto e sentito tutto quanto di terribile c’è da sapere al riguardo. Invece andando alla riscoperta della filmografia che tratta quell’indescrivibile evento si scoprono in continuazione nuovi terribili particolari. Ogni sopravvissuto ha episodi inediti da raccontare, aneddoti vissuti durante l’incubo nazista che magari riaffiorano per la prima volta dopo tanti anni proprio davanti alla cinepresa. La fondazione sulla Shoah capeggiata da Spielberg prende per mano alcuni testimoni e ripercorre gli ultimi giorni del genocidio, estrapolando dai loro ricordi quelle scheggie di memoria messe da parte a lungo ma mai dimenticate. A contraddistinguere questo validissimo film (nemmeno a dirlo) è proprio il tocco spielberghiano, percepibilissimo nell’apertura finale verso ottimismo e speranza: gli stati d’animo che parevano essere rimasti per sempre nei lager, oltre mezzo secolo fa. Se anche chi ha conosciuto la più immensa delle sofferenze può riprendere a guardare al futuro con spirito rinnovato, allora non c’è davvero nulla che non possa essere vinto con la voglia di vivere.
ferite impossibili da rimarginare, che ogni tanto tornano a bruciare. Doloroso, ma necessario da apprendere a fondo per non rifare gli stessi errori.
buona prova
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