Regia di Liao Ming-yi vedi scheda film
FEFF 22 – terzo classificato del Concorso 2020 – GELSO ROSA-PREMIO MYMOVIES
“Quando si è innamorati, i difetti diventano pregi. Quando non lo si è più, quegli stessi difetti diventano fatali. E' ora di chiuderla? Prima di ferirlo così....”
Il giovane Chen (interpretato da un Austin Lin, che pare il sosia orientale dell'attore e mimo francese Denis Lavant, nonché attore feticcio di Leos Carax, nonché Monsieur Merde) è un giovane affetto da un “disturbo ossessivo compulsivo” che lo costringe tutto il giorno ad occuparsi dello spazio vitale che lo circonda, ovvero casa sua, in preda ad una mania che lo vede costretto continuamente a lavarsi compulsivamente le mani, a disinfettare tutte le superfici già linde e perfette del suo ordinatissimo appartamento, e ad uscire di casa – bardato e rivestito di ogni precauzione, da guanti e mascherina a spolverino di plastica isolante - solo il 15 di ogni mese, per recarsi a fare la spesa e a sbrigare tutte le inevitabili incombenze di una vita per scelta ridotta al minimo dei contatti possibile.
Un giorno, durante il suo eccentrico tragitto lungo le contaminate vie che lo collegano con il resto del mondo, nel supermercato in cui il ragazzo si semve, si imbatte in una ragazza vestita in modo stravagante non meno di lui, intenta a rubare dei dolciumi da uno scaffale, dopo aver concluso i suoi acquisti.
La giovane, di nome Chen Ching, si rivelerà affetta dalla medesima forma ossessiva, complicata da una intolleranza epidermica all'aria che ne costringe a rarefarne ulteriormente l'esposizione ad ambienti esterni.
Finiranno per divenire una coppia, affiatata dalle circostanze e per questo indotta a convivere.
Ma la improvvisa o comunque repentina guarigione del ragazzo, inizia a creare quel divario di diversità che già divideva i due maniaci compulsivi dal resto del mondo, facendo desiderare al ragazzo - consapevole di stare per perdere la ragazza a causa della sua inaspettata guarigione – di recuperare i sintomi di quella pesante malattia ora perduta.
Commedia estrosa e ironica un po' folle un po' demenziale che riflette su tematiche come l'isolamento forzato ed indotto da disturbi che creano ostacoli e barriere invalicabili, ma anche protezioni da pericoli più ipotetici che reali, I weirDO, prodotto e diretto in epoca immediatamente pre-Coronavirus, possiede anche la particolarità di presentarci due personaggi maniaco-depressivi che, forti del loro strambo comportamento, con le loro folli tenute anti-contagio, hanno in qualche modo anticipato gli sconvolgenti accorgimenti di vita che l'emergenza Covid 19 ci ha imposto da febbraio 2020 in avanti, ed ancor oggi rende indispensabili nella convivenza quotidiana in massa.
Il film, graziosa commedia che non rinuncia a sottili, acute riflessioni su cosa significhi essere diverso, e su come la diversità finisca per divenire un elemento indispensabile, senza il quale i ritmi biologici e vitali acquisiti crollano gettandoci in un baratro ben più pesante di quello che ci siamo costruiti con le nostre manie compulsive, è la valida opera prima del regista taiwanese Liao Ming-yi, che. Oltre a fornirci una sagace riflessione sui ritmi di vita e le derive a cui porta talvolta il caos e lo stress convulsivo della vita dei giorni nostri, si fa forza anche della bravura dei suoi inevitabilmente eccentrici due protagonisti: Austin Lin già citato sopra, coadiuvato dalla pittoresca e coloratissima Nikki Hsieh, una Ching costretta a vivere come una reduce da una guerra batteriologica che non dà scampo.
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