Adam e Asya si amano a modo loro, non si sfiorano più forse per l'antico dolore di aver perso il loro primogenito Yigal, morto all'età di tre anni in un incidente stradale. Da parte sua Dafi, la figlia adolescente, assiste turbata all'arrivo in casa di Gabriel, venuto da Parigi per ricevere l'eredità della nonna passata troppo in fretta dal coma alla guarigione. Ma sulla ragazza ha messo gli occhi l'apprendista meccanico Na 'Im, che ogni giorno viene a Tel Aviv dai territori palestinesi su uno scassato pullman di operai.
Note
Il film, tratto dal romanzo di Abraham B. Yehoshua, sembra un po' un compitino, nel quale, chissà, forse un eccesso di buona volontà, o magari un'adesione troppo partecipe alla materia, hanno finito per far passare in secondo piano le esigenze della lingua cinematografica. A volte i personaggi parlano troppo e banalizzano emozioni che dovrebbero essere solo suggerite (Gabriel come proiezione del figlio perduto); altre volte è il tempo dell'azione (come la lunga ricerca del francese) che si snoda confusamente.
Era il 1928 quando Eugene O’Neill (bizzoso drammaturgo padre di Oona Chaplin e maestro del teatro naturalista americano) introdusse, in “Strano interludio” il monologo interiore, in voce off, con il quale i personaggi del dramma smentivano, negavano, approfondivano quello che si dicevano apertamente sulla scena. Poi, la voce off ha avuto il suo grande momento cinematografico negli anni del… leggi tutto
Uno dei film più brutti di Faenza è questo L'amante perduto, ricavato da un romanzo (dal titolo L'amante - e basta) di Abraham B. Jehoshua e sceneggiato dal regista insieme a Sandro Petraglia. Brutto perchè didascalicamente costruito per suscitare sentimenti lacrimevoli nel pubblico, quasi come fosse una sciagurata telenovela ambientata in terra d'Israele; brutto…
Era il 1928 quando Eugene O’Neill (bizzoso drammaturgo padre di Oona Chaplin e maestro del teatro naturalista americano) introdusse, in “Strano interludio” il monologo interiore, in voce off, con il quale i personaggi del dramma smentivano, negavano, approfondivano quello che si dicevano apertamente sulla scena. Poi, la voce off ha avuto il suo grande momento cinematografico negli anni del…
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commento di Totororesurrection