Regia di Atom Egoyan vedi scheda film
A mio avviso, si tratta del film migliore del sottovalutato Egoyan. Al di la’ del suggestivo fascino audio-visivo, e’ un’opera ammirevole per la sobrieta’ con cui tratta un nucleo tematico complesso che comprende temi come la devianza, l’aborto, la sofferenza, il bisogno di conforto reciproco, il miraggio di un sollievo catartico. Risvolti psicologici, religiosi, morali e sociali si incorporano in una sofisticata (mai artificiosa, geniale nella parte centrale del film) struttura narrativa. Un immenso Bob Hoskins rende al meglio l’ambiguita’, lo strazio e l’umanita’ del suo indimenticabile personaggio. Pur sotto il velo di un immaginario morboso e malato, quello di Egoyan e’ un cinema della sofferenza, del dolore, ma anche della speranza. Un cinema mai immediato, qualche volta astruso e irrisolto, ma non in questo caso: “Il viaggio di Felicia” e’ uno di quei film che restano.
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