La recensione su Night Light

di mm40

3 stelle

Maria ha 16 anni e vive in un paesino svedese; un giorno fa le valigie e prende il treno per trasferirsi in città dalla zia. Appena arrivata in città, però, un ladruncolo le ruba le valigie e per Maria ha inizio una catena di eventi rocamboleschi.

Pur non comparendo in via ufficiale sui titoli di testa, è noto che al copione di questa pellicola mise mano anche Ingmar Bergman; presumibilmente, però, nelle sue idee ne sarebbe sortito tutt’altro tipo di film. Perché ciò che Lars-Eric Kjellgren (regista e sceneggiatore) fa di Night light è abbastanza discutibile; se la storia punta essenzialmente sul ritmo e sugli incroci e ritorni fra i personaggi, la mano sgraziata di Kjellgren dietro la macchina da presa non può che vanificare ogni effetto positivo e ingigantire quelli negativi del copione. Incredibile a dirsi, a quel momento (1957) Kjellgren aveva già parecchia esperienza sul set cinematografico e ciononostante in questa pellicola abbondano i difetti grammaticali, a prescindere comunque da un montaggio (Oscar Rosander, fra i più esperti montatori svedesi!) disastroso. Forse l’idea di confezionare un prodottino ‘commerciale’, di intrattenimento puro e senza alcun ulteriore obiettivo a parte il botteghino, potrebbe aver condizionato la professionalità dell’autore e dei suoi collaboratori: oltre a queste considerazioni è inutile spingersi. Di buono c’è comunque un reparto interpreti che sfoggia nomi di ripetuta frequentazione bergmaniana (Gunnar Bjornstrand, Birger Malmsten), mentre al centro del cast compaiono i giovani, ma già sufficientemente solidi, Marianne Bengtsson e Lars Ekborg (quattro anni prima, in Monica e il desiderio). Francamente, comunque, davvero poco. 3,5/10.

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