Regia di Aki Kaurismäki vedi scheda film
"Juha di Juhani Aho è uno dei drammi a tre più potenti di tutta la letteratura. Al confronto, Il postino suona sempre due volte di James M. Cain sembra opera di un insegnante di catechismo. La trasposizione ai tempi nostri non ha nessuna importanza in rapporto alla storia, che è eterna e atemporale: una coppia - un vecchio storpio e la sua giovane - e uno straniero". Aki Kaurismaki.
Il film si apre come una favola dai contorni quieti e sereni, ma poco alla volta i toni leggeri lasciano il posto al dramma. Un dramma nerissimo ben rappresentato dai chiaroscuri della fotografia in bianco e nero che si fanno sempre più cupi e contrastati.
"Juha" è un film muto (l'ultimo del XX secolo) che per la quasi totale assenza di ironia ricorda il suo gelido lungometraggio "La fiammiferaia": il più muto tra i film poco parlati di Kaurismaki.
Il buon vecchio Aki (cinefilo incallito, oltre che amante della letteratura) si è preparato visionando diverse pellicole dell'epoca del Cinema non sonoro. Non ha metabolizzato solamente l'estetica del muto, quanto l'anima di quel Cinema. Un'anima libera dal linguaggio verbale. Un'anima che parla con le immagini capaci di far percepire un'emozione con le propie forze.
In "Juha" c'è tutto il Cinema di Kaurismaki. Una messa in scena asciutta di stampo bressoniano; l'assenza quasi totale di ogni forma di sentimentalismo (a parte una breve sequenza); la temporalità indefinita che proietta l'azione in una sorta di limbo atemporale in cui il "quando" non ha più importanza; l'alcool; le sigarette; la musica; un cane; l'ingenuità e la genuinità della povera gente; un mondo civilizzato difficile ed avverso.
Un critico ha affermato a proposito di quest'opera (che tra l'altro è l'unico film contemporaneo che ha aperto le Giornate del cinema muto di Pordenone!) :
"Possiede il gusto del nitrato d'argento, ricorda il tempo dell'innocenza del cinema".
Senza retorica. Senza giochetti intellettualistici. Con una regia impeccabile, ma mai fine a se stessa. Ecco il Cinema di Aki Kaurismaki.
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