Regia di Guillaume Pierret vedi scheda film
Esordio da non disprezzare per il francese Pierret.
Lino è un meccanico che modifica automobili per compiere rapine. L’ultimo colpo però va male e viene arrestato. Il poliziotto Charas, a capo della squadra “anti Go Fast” ne riconosce il talento e gli chiede di collaborare mettendo le sue capacità al servizio della polizia, che ha bisogno di macchine più potenti e veloci per stare al passo con quelle organizzazioni criminali
Quando verrà accusato ingiustamente di omicidio, dovrà ritrovare una macchina scomparsa, che contiene la prova della sua innocenza.
Per il suo esordio Guillaume Pierret, 37enne regista francese, sceglie un action che trae le mosse dalla pratica del “Go Fast”, molto in voga tra Francia e Spagna, attraverso la quale si spostano via terra carichi di marijuana dal Marocco, grazie all’impiego di potenti auto da corsa (buono film omonimo di Olivier Van Hoofstadt con Roschdy Zem, recuperatelo se potete), ma questo di fatto è solo un pretesto per raccontare un poliziesco fatto di doppi giochi, tradimenti e vendette. E lo fa sfruttando intanto la fisicità dirompente del protagonista (Alban Lenoier, attore e stuntman), le cui ammaccature scena dopo scena si accumulano mantenendo inalterata la continuità temporale, sempre calato in una bolgia di inseguimenti, fughe e risse (molto ben coreografata quella all’interno della centrale di polizia). E poi lasciando ampio spazio al rombo dei motori nel lungo inseguimento finale.
Splendida l'attrice/cantante Stefì Celma, impegnata in un ruolo maschio, seppur di contorno.
Ci si diverte.
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