Regia di Pasquale Festa Campanile vedi scheda film
Il film lascia sostanzialmente indifferenti, sopratutto se si ha fresco nella memoria l'ottimo romanzo di Pratolini, raro esempio di letteratura per flashback della metà del secolo scorso. Ovvio che la riduzione filmica, nei canoni del 1964, non possa essere all'altezza. Contesto però la critica verso le tesi sociopolitiche del prodotto, per un semplice motivo: non ne ha. Il regista ben traspone le tensioni del protagonista nell'inevitabile connubbio fra passione e ragione che, in età giovane, ci spinge a radicarci in certezze costanti. E' un principio che ritroviamo in "La Vita Nuova" di Dante. Bruno Santini comprende, a proprie spese, che crescere significa anche scendere a patti con le proprie incrollabili ragioni.
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