Regia di Giulio Antamoro vedi scheda film
Il primo Pinocchio cinematografico è uno dei tanti esempi di quella fantasia creativa del cinema di inizio Novecento, un'era a suo modo unica ed irripetibile, dove una parte rilevante era data dalla mimica degli attori, e qui non a caso il regista Antamoro scelse di attribuire la parte del protagonista ad un clown
Quell'era di grande creatività che sono stati gli anni '10 e '20 del Novecento per il mondo del cinema ha senz'altro regalato pellicole più stupefacenti, per i mezzi di allora, di questa prima trasposizione del romanzo di Collodi (scritto "appena" 28 anni prima nel 1883). Si vede comunque anche nel film di Giulio Antamoro la voglia di sorprendere lo spettatore, non tanto con trucchi alla Meliés, quanto nell'uso dei colori monocromatici adattati alle varie ambientazioni (ed ottimamente restaurati dalla cineteca di Milano) nonchè nella giusta scelta del protagonista, il clown Polidor che con le sue movenze dà quel ritmo in più ad un film dove (come per buona parte delle pellicole dell'epoca) la mancanza di dialoghi e, quando non possibile, la musica eseguita dal vivo, caricavano sulle spalle degli attori un peso "scenico" ben maggiore di quello che avranno con il sonoro. E si finisce così per perdonare anche qualche licenza interpretativa, coma la cattura di Pinocchio e Geppetto da parte di una tribù di indiani cannibali o la concatenazione delle avventure meno coerente rispetto a quella del romanzo stesso.
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