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Vittoria amara

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vittoria amara

di jonas
8 stelle

Fronte libico, 1942: una squadra di guastatori inglesi riceve l’incarico di raggiungere una postazione tedesca a Bengasi per trafugare importanti documenti. Il comandante, che già prima nutriva una (motivata) gelosia amorosa nei confronti del suo diretto subordinato, nel corso della missione trova una buona ragione per procurarne la morte: il rivale è stato infatti testimone della sua vigliaccheria nel momento decisivo. Il film, specialmente se paragonato a titoli successivi come La collina del disonore o Non è più tempo d’eroi, soffre di una messa in scena statica e di una recitazione legnosetta. Tuttavia, pur all’interno di una forma vecchio stile, il messaggio arriva forte e chiaro: nella guerra emergono non i migliori ma i più opportunisti. Fa uno strano effetto vedere Curd Jürgens dalla parte degli inglesi: la cosa viene spiegata con le origini sudafricane del suo personaggio. Sembra di sparare sulla Croce rossa, ma Farinotti deve aver visto un altro film: alla fine i due protagonisti non vengono affatto “degradati a soldati semplici”, uno muore e l’altro riceve una decorazione; secondo Mereghetti, in compenso, l’obiettivo della missione è Il Cairo.

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