Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Un film scostato dalla distribuzione e quasi dimenticato dalla critica, dove solo Godard, personaggio singolare della nostra cultura cinematografica contemporanea, ha da sempre valutato nella maniera migliore e giusta. Ray fu quasi costretto a trasferirsi in Europa per poter fare questo film, essendo co-prodotto dalla Francia. Si parte da un triangolo classico per poi poter fare un discorso più particolare di comportamenti ed analisi caratteriali e di scelte di vita; un Ray da manuale che sa dare la cadenza giusta a tutto il film e porta la finale il personaggio perdente in maniera rivoluzionaria ed amara, appunto. Il regista ha dovuto anche sostituire il cast scelto in partenza, dato che i capitali americani scarseggiavano, prendendo Jurgens, non certamente un grande attore, anche se guidato molto bene, che reclamò non poco per porre il suo ruolo in una cadenza più positiva, evidentemente non avendo capito niente del soggetto. Alla sua uscita a Venezia non fu degnamente riconosciuto come il film valeva e nella successiva distribuzione fu addirittura tagliato di qualche decina di minuti. Burton è stato scelto in prima battuta e d ha avuto, anche se in un film sfortunato, commercialmente parlando, la sua migliore occasione di attore cinematografico. Da sottolineare la bellissima fotografia in bianco e nero di Michel Kelber
Una storia che ferisce e è cinematograficamente perfetta
Un grande Ray, che malgrado tutte le peripezie è riuscito d darci un film come questo, anche se riconosciuto molto più tardi
Pungente, acuto non cerca la simaptia, ma la sua umanità veine fuori, qui un grande attore
Ray riesce, suo malgrado,a portarlo sui binari giusti
Attore francese di vero spessore
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