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Vittoria amara

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vittoria amara

di Ethan01
8 stelle

Durante la Seconda Guerra Mondiale, in Libia, due ufficiali inglesi (R. Burton e C. Jürgens) vengono incaricati di trafugare dei documenti segreti in mano ai tedeschi a Bengasi. Tra i due militari ci sono delle tensioni latenti, destinate a manifestarsi proprio nel bel mezzo della missione.

La critica francese dell'epoca (Godard in primis) andò letteralmente in visibilio per tale pellicola, in linea con l'esaltazione della "politica degli autori", e in particolare di Nicholas Ray, il più anticonformista tra i registi americani della sua generazione.

La pellicola di Ray in effetti si pone in forte contrasto rispetto agli stilemi del classico "war-movie" hollywoodiano, di cui manca sia l'enfasi roboante che la retorica trionfalistica. In verità, il regista trascura anche le regole canoniche del genere bellico, riducendo l'azione al minimo indispensabile (l'irruzione nel quartier generale tedesco a Bengasi) e focalizzando la sua attenzione sui personaggi e sulle dinamiche psicologiche che determinano i loro comportamenti. Il protagonista, interpretato da Curd Jürgens, inetto, invidioso ed orgoglioso del suo amor proprio, è tutt'altro che l'eroe positivo che ci si aspetta di vedere in pellicole di questo genere; ma non si salva neppure il personaggio di Richard Burton, cinico e sottilmente crudele, che si avvale della sua abilità "retorica" per stuzzicare continuamente il rivale.

Le sequenze del deserto contengono una dose di realismo non comune nel cinema bellico dell'epoca, e Ray sfrutta al meglio la suggestiva fotografia in bianco e nero di Michel Kelber. E anche se la pellicola sconta una prima parte forse troppo dialogata e non priva di incertezze, che rendono "Vittoria amara" meno convincente rispetto ai coevi "Orizzonti di gloria", "Prima linea" e "Uomini in guerra", il risultato finale è incisivo e persino spiazzante.

Inusuale la scelta di Curd Jürgens (che interpretava sempre i ruoli del nazista) per ricoprire la parte di un ufficiale inglese: l'attore tedesco offre comunque un ottima performance, anche se Richard Burton, che all'epoca non era ancora stato avvinto dalle spire del divismo, gli è superiore, per le maggiori sfumature interpretative che riesce a conferire al suo personaggio. Un giovane Cristopher Lee appare invece nel ruolo di uno dei soldati inglese componenti la missione.

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