Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Come quegli anni nessun età sarà mai. E Muccino ci ricorda sogni e delusioni degli anni migliori della vita, con affettuosa partecipazione e tenero sentimentalismo.
La leggerezza dell'essere giovani raccontata attraverso il peso dell'adolescenza, peso inteso come bagaglio di problematiche connesse all'età delle superiori, a quelle insicurezze e delusioni che pervadono gli animi dei ragazzi. I sogni, le speranze, le preoccupazioni, la volontà di sentirsi grandi e superiori ai grandi stessi, la voglia di ribellione contro il mondo (l'occupazione) e contro la propria famiglia (l'incomunicabilità), sono tutte tematiche ben affrontate da Muccino in questo manifesto generazionale tenero ed affettuoso. Anni fatti di opportunità ed inaspettate svolte di vita, come lo scoprirsi innamorati di un amica o fare l'amore per la prima volta dopo aver creduto di non riuscirci mai. Un età che corre come gli alunni all'interno dei corridoi scolastici inseguiti dalla polizia, una intelligente metafora della gioventù che vola via con l'arrivo della maturità. Solo la narrativa a tratti stenta ed in alcuni casi una colonna sonora più accurata avrebbe permesso un senso di partecipazione maggiore dello spettatore, ma il film è consistente ed il racconto di quegli anni rapisce. Fresco.
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