Regia di Gabriele Muccino vedi scheda film
Impressionante per la vacuità della trama e per l'imbarazzante recitazione (il fratello del regista ha una dizione che fa sorgere il forte sospetto che nasconda in bocca qualcosa per tutto il film), Come te nessuno mai racconta una storiella adolescenziale approssimativa e banalotta, con la verve di un ippopotamo morto. Non succede quasi nulla per tutta la pellicola, inutile stare lì ad aspettarsi qualcosa: c'è solo il fratello di Muccino regista che, sfigato cronico deriso dai compagni di scuola in ogni circostanza, si trova alle prese con un grande dilemma che lo fa scontrare con i genitori (partecipare all'occupazione, pur non capendo nemmeno vagamente di cosa si tratta: emulare il gruppo per esserne accettato, sempre cercando di rimanere in disparte perchè ha cara la pelle) ed una necessità impellente: limonare. Con concetti di fondamentale, trascendentale importanza come questi, il capolavoro vien fuori da sè. Evitare senza scrupoli.
Lo psicodramma adolescenziale di Silvio, liceale timido e desideroso di rivalsa; il fratello maggiore lo consiglia sulle ragazze, ma l'unica con cui ci scappa un furtivo bacio lo mette nei guai: ha già il ragazzo, bruto violento che prontamente va a casa di Silvio a pestarlo. Poi il giovane sfortunato per farsi bello partecipa all'occupazione scolastica: suo padre lo riporta a casa a ceffoni. Infine, non avendo grandi alternative, si mette insieme alla sua amichetta del cuore.
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