Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Raccontino allegorico sulla giusta estinzione della specie umana. Ferreri ha qui - come altrove ha saputo dimostrare, vedi Dillinger, appena girato - il pregio della semplicità, ma riesce comunque a trasformare la minuzia della trama in un macchinoso intrico di catastrofismo, nichilismo, psicanalisi del rapporto di coppia, riferimenti sociopolitici. E' una sorta di dibattito (con evidente risposta NO, soprattutto dall'esplosione che chiude il film) sul diritto della specie umana di continuare a prosperare masochisticamente sul pianeta, rigenerandosi e contemporaneamente uccidendosi. Il meccanismo si inceppa e la morte è l'unica via di uscita; pessimismo didascalico in un impianto poverissimo a livello scenografico e dagli attori contati - principalmente in scena c'è la coppia di protagonisti, tutti gli altri personaggi entrano ed escono rapidamente dal film. A volte la piattezza della storia si fa pesantissima e l'assenza di dialoghi (per lo meno di un certo rilievo ai fini della narrazione) per lunghissimi minuti è un po' eccessiva. Interessante spunto, incerto risultato.
Un ragazzo e una ragazza partono per le vacanze nel bel mezzo di un'apocalisse. Riparano in una villetta abbandonata sul mare, abituandosi presto al nuovo stile di vita essenziale e solitario. Lui vorrebbe un figlio, ma lei si oppone sistematicamente; l'arrivo di un'altra donna sembrerebbe aprire nuovi scenari, ma la ragazza, gelosa, la uccide e la riduce in bistecche. E' quindi con l'inganno che il ragazzo riesce finalmente a metterla incinta.
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