Regia di Andy Serkis vedi scheda film
Mangiagalline
Personaggio minore dell’affollato mondo Marvel, Venom ha saputo conquistarsi con il passare del tempo (in ambito fumettistico ma anche cinematografico) un suo spazio indi(e)pendente e – ovviamente –oscuro.
Nemico bidimensionale nella sua prima apparizione nell’atto finale della trilogia dedicata a Spider Man “curata” da Sam Raimi (AD 2007), è stato approcciato nel 2018 - nel primo buon capitolo diretto da Ruben Fleischer – con ritmo più scanzonato e allegro. Questo seguito ne segue le coordinate, caratterizzando l’infestante personaggio – un simbionte alieno antropofago – con tratti più “umanizzati” e meno feroci: perché l’infestato infetta a sua volta l’infestante e alla lunga i tratti alieni di Venom - selvaggiamente algidi, soprannaturali e insensibili – si ammorbidiscono, antropomorfizzandosi, per la lunga esposizione – corporea ma soprattutto mentale – con la cialtronesca umanità di Eddy Brock.
Infestazione aliena e buddy movie sui generis – quindi – che mi hanno fatto venir in mente riferimenti fumettistici alti quali l’Enki Bilal de “la Fiera degli Immortali” del 1980 (dove una divinità egizia “occupa” politicamente il corpo di un umano) o letterari ritenuti erroneamente bassi come il romanzo “Il lungo meriggio della Terra” di Brian Aldiss del 1962 (dove “il Fungo” – un essere esclusivamente cerebrale – controlla umani e ragni giganti a proprio piacimento).
Gli interpreti stanno allegramente al gioco: maggiormente lo stropicciato protagonista Tom Hardy (ormai “cucito” nel ruolo) piuttosto che lo strabuzzante villain Woody Harrelson (costantemente – esageratamente - sopra le righe). Il regista Andy Serkis asseconda la verve di entrambi senza far notare la propria mano registica (precisa ma scolastica), un po’ schiacciata dal ritmo indiavolato e dagli effetti speciali a volte pacchiani nel loro cromatismo esasperato.
Anche la durata - contenuta e non “marvelliana” – pur rispettando i canoni del MCU (la sequenza post-titoli, peraltro piacevole) agevola la visione di un B-Movie divertente e scanzonato.
E’ tempo di morire (cit.)
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