Regia di Lucio Pellegrini vedi scheda film
In un panorama attuale piuttosto desolante di commedie italiane sfornate a ritmo costante e con risultati deleteri per la mente dello spettatore (principalmente per il fatto che si rischia di vedere sempre gli stessi attori a ripetere le stesse battute) segnalo con piacere questo film che all'epoca non ebbe particolari echi ma che, rivisto recentemente, appare qualitativamente superiore al 90% delle produzioni odierne dello stesso genere.
Stefano e Mauro (Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu) amici da una vita si ritrovano trent'enni insoddisfatti. Il primo si barcamena tra un lavoro in una fabbrica di latterizi e una famiglia con figlia e moglie (Luciana Littizzetto) petulante, il secondo è un avvocato che deve le sue fortune al ricco suocero e come tale subisce il trattamento dell'imbucato nella famiglia benestante.
Un evento fortunoso e fortuito (un accredito di 5 miliardi delle vecchie, adorabili lire) offre ai due la possibilità di una svolta che per Stefano si concretizza nella realizzazione del suo sogno di libertà: tornare a fare lo studente sfaccendato a Bologna ovviamente all'insaputa della moglie, e altrettanto ovviamente aiutato e spalleggiato da Mauro. Il quale invece si dedica al ballo latino-americano e miete successi con improbabili fanciulle spacciandosi per Mister Mambo (da qui il titolo).
Da queste premesse parte una vicenda che si incanala nel classico filone della "commedia degli equivoci" con il povero (si fa per dire, visto che se l'è cercata) Stefano che si innamora di un'altra donna da cui ha un figlio. Il tutto senza aver abbandonato l'altra famiglia.
Insomma alla fine dei conti il nostro si ritrova con quella vita familiare, che lui trovava insostenibile, addirittura raddoppiata e tutto precipita verso il finale tragicomico (naturalmente molto comico e poco tragico).
Niente di nuovo sotto il sole però, diciamolo chiaramente, se lo scopo di una pellicola di questo tipo è far divertire la gente allora questo scopo è raggiunto in pieno.
Luca e Paolo (che pure restano principalmente due personaggi televisivi) se la cavano bene anche se danno l'idea che, più che recitare, in realtà interpretino loro stessi.
Esilaranti anche Enrico Bertolino e Gianni Fantoni nei panni di due fratelli in lite spietata per l'eredità ed entrambi patrocinati (l'uno all'insaputa dell'altro) da Mauro, e inseguiti da una sorella in lacrime.....
Bisogna godere della visione di questo film per quello che è, una commedia divertente, niente riflessioni (anche se una piccola meditazione sul fatto che l'uomo è destino di se stesso la si può anche fare), e come già detto in premessa, visto lo stillicidio di commedie che l'industria cinematografica italiana produce a ritmo da Mirafiori dei tempi d'oro, sicuramente una pellicola da recuperare.
Menzione finale per la canzone di Vinicio Capossela, stesso titolo del film, bel ritmo e bel testo.
Inizio del film - voce fuori campo (di Piero Chiambretti) “Stai da Dio, hai 20 anni, studi a Bologna. Ti senti un grandissimo artista anche se non hai ancora deciso in che ramo.
Un attimo dopo nei hai 30, sei tornato in Romagna, 2milioni 300mila al mese. Ramo? Piastrelle. Quando ti chiedono come stai, rispondi:
“ mmh, abbastanza…-”
Le due "mogli" diventate amiche (non sapendo di dividersi lo stesso uomo): "Ma lui ti manca?" "Noi donne ci affezioniamo anche al colonnello delle previsioni del tempo, figuriamoci a un marito."
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