Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Perso il figlio diciottenne a causa di un investimento automobilistico, la 38enne Manuela (una Roth di inestimabile bravura, un immenso talento) si sposta da Madrid a Barcellona alla ricerca di Lola, il transessuale che, prima di passare al terzo sesso, era l'inconsapevole padre del ragazzo. Nella città catalana Manuela ritrova un'amica trans del passato, Agrado, conosce Rosa (Penelope Cruz), una giovane suora che dalla stessa Lola aspetta un bambino e ritrova Huma (Peredes), l'attrice lesbica che è stata la causa involontaria della morte di suo figlio. Per tutte queste donne è l'occasione per fare il punto della propria esistenza ed analizzare i propri affetti. Abbandonati i panni del trasgressore a tutti i costi, Almodovar conferma la sua dimensione ottimale dopo i riusciti Carne tremula e Il fiore del mio segreto. Muovendosi con agilità e disinvoltura tra i grandi temi della vita (l'amore, la morte, il sesso, la malattia, la maternità), il regista iberico realizza un'opera corale struggente e magnificamente raccontata, con cui dimostra ancora una volta di essere anche un grande conoscitore del cinema, capace di passare dalle tonalità melodrammatiche di Eva contro Eva e Un tram che si chiama desiderio (ma c'è anche una chiara citazione da La sera della prima di Cassavetes) a quelle scanzonate di Come sposare un miliardario. Nella colonna sonora compare la splendida Gorriòn di Dino Saluzzi. Il film ha strameritato l'Oscar come migliore pellicola straniera.
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