Regia di Pedro Almodóvar vedi scheda film
Quello dell’ultimo Almodóvar è un cinema tutto di superficie, composto da materiali eterogenei, seppure sempre uguali a sé stessi, che trova il suo momento di coesione nella messa in scena, la quale, come sostiene Vicente José Benet (in Cinema spagnolo postfranchista 1975-97), «garantisce la continuità visiva ma non l’unificazione narrativa» che «viene a dipendere totalmente da effetti drammatici marcati ed eccessivamente realisti». Tutto questo si ritrova, condotto al parossismo, in Tutto su mia madre, dove ai riferimenti dichiarati (e sempre un po’ forzati, in operazioni di questo tipo) ad Eva contro Eva e ad Un tram che si chiama desiderio, sono rintracciabili anche omaggi all’ultimo Woody Allen ed al Fellini delle ricordanze riminesi: la Agrado mi sembra una versione riveduta e corretta (per non dire corrotta) della Gradisca di Amarcord.
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