Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
In questo film, il porno è una torbida acqua di stagno, dentro cui naviga una storia qualunque di amore ed infelicità. Il mondo del cinema hard non è un frivolo reame contrapposto alla dura vita reale: è solo un ordinario luogo di lavoro che, come tanti altri, è teatro di abusi e compromessi. Essere un'attrice a luci rosse non è, per la protagonista, un'umiliazione autoinflitta per necessità, né lo sfogo di un lascivo capriccio, ma è il frutto di una scelta matura, con cui Nina decide di assecondare una sua inclinazione, assaporando il gusto di riconoscersi in una data veste, ed accettandone consapevolmente gli inevitabili aspetti negativi. La Nina che si mostra nuda e fa sesso a comando è comunque una persona che sa amare, e farsi autenticamente amare, anche per quella parte di sé che interpreta davanti alla cinepresa. L'esperienza della malattia e del dolore non incrina minimamente la solida continuità che regna tra la Nina pornostar e la Nina donna, amica e amante; non è – come sarebbe nel solito film da prima serata – occasione di ripensamento o di "redenzione". "Guardami" è un film tecnicamente non bellissimo, però onesto e coerente, che segue una propria strada autonoma, svincolata sia dalla bandiera della trasgressione, sia dagli schemi del moralismo. Nina stessa è l'unico filo conduttore della storia, l'unica chiave di lettura di un'opera in cui tutto è esplicito, ma nulla è enfatizzato, perché quanto vi accade appartiene, semplicemente, a questa donna ed alla sua normalità: una normalità che, come tutte, è piena di paradossi e imperfezioni.
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