Gino è un anziano lustrascarpe italo-americano che, in cambio di un regalo, accetta di assumersi la colpa di un omicidio commesso da un boss. Affidato alla sorveglianza di un piccolo gangster, prima di andare in prigione, Gino si concede una vacanza che diventa favolosa perché viene scambiato per un potente capomafia. Satira del mondo della malavita condotta come una commedia degli equivoci, con una sua morale sulla fondamentale dignità dei poveracci contrapposta all'ignorante violenza dei mafiosi. Mamet, già famoso commediografo, dirige un buon film, anche se non paragonabile al precedente La casa dei giochi. Gino è interpretato dall'ottantenne Don Ameche, che era già famoso ai tempi di Lubitsch (Il cielo può attendere), e che è tornato famoso grazie a Cocoon.
Il classico film che ti aspetti dal regista-sceneggiatore David Mamet: molto elegante… e piuttosto noioso. Bravi come sempre Don Ameche e Joe Mantegna. Voto sufficiente.
Voto 6. Sul tema del destino, degli equivoci, della (doppia) identità il cinema ha costruito gran parte della sua fortuna. Attingendo a questa tradizione, Mamet parte da una buona idea riuscendo ad offrire qualche discreto momento; tuttavia il film naviga a vista senza trovare un vero approdo. Buona prova di stile, ma nulla di più. leggi tutto
Come scrive Mamet, scrivono veramente in pochi, ogni sua opera è un piccolo, grande film che non viene mai abbastanza apprezzato nè dalla critica, nè dal pubblico. Questo film è veramente bello e originale: una delle poche riletture delle mafia in chiave di commedia che si possono dire riuscite. Inoltre sa scegliere gli attori, perchè Ameche e Mantegna, entrambi premiati con la Coppa Volpi… leggi tutto
Nullo il processo ai cialtroni di Unipol. Non perchè siano innocenti. Ma perchè il giudizio lo doveva dare il Tribunale di una città piuttosto che un'altra. Il processo verrà rifatto ma non prima che il tutto cada…
Come scrive Mamet, scrivono veramente in pochi, ogni sua opera è un piccolo, grande film che non viene mai abbastanza apprezzato nè dalla critica, nè dal pubblico. Questo film è veramente bello e originale: una delle poche riletture delle mafia in chiave di commedia che si possono dire riuscite. Inoltre sa scegliere gli attori, perchè Ameche e Mantegna, entrambi premiati con la Coppa Volpi…
Voto 6. Sul tema del destino, degli equivoci, della (doppia) identità il cinema ha costruito gran parte della sua fortuna. Attingendo a questa tradizione, Mamet parte da una buona idea riuscendo ad offrire qualche discreto momento; tuttavia il film naviga a vista senza trovare un vero approdo. Buona prova di stile, ma nulla di più.
Un piccolo gioiellino della commedia, distributo malamente e quindi quasi sconosciuto al grande pubblico, eppure ha molti numeri per attrarre a cominciare dai due interpreti (che vinsero ex-equo il premio a Venezia). Una variante sulla storia della mafia, che si avvale di tutte quelle atmosfere necessarie per distinguerla; i silenzi, dovuti, di Gino sono eccezionali, i suoi sguardi pieni di…
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commenti (1) vedi tutti
Il classico film che ti aspetti dal regista-sceneggiatore David Mamet: molto elegante… e piuttosto noioso. Bravi come sempre Don Ameche e Joe Mantegna. Voto sufficiente.
commento di Paul Hackett