Regia di Patrice Rhomm vedi scheda film
Opera francese dalle origini non bene identificate, destinata ad una distribuzione piuttosto caotica. Concepita come pellicola erotica (inizialmente non hard), ispirata da un romanzo dato alle stampe nel gennaio del 1975, dal titolo "L'archisexe".
Renarda Lovecall (Frédérique Baralle) ha avuto una pessima educazione familiare e, da giovane, ha subìto un'agressione sessuale da parte di un uomo (Antoine Fontaine). Crescendo è diventata esibizionista, facendo di questa sua deviazione sessuale un lavoro, finendo per essere una ricercata star del cinema erotico. Di fronte alle sue sempre più audaci azioni sessuali in pubblico, che si estendono dal set alla vita privata, la sua manager le consiglia di rivolgersi a uno psichiatra, il dott. Meyerstein (Marcel Charvey). Dopo varie sedute di psicoanalisi, emerge che l'attrice non trova alcuna soddisfazione nei rapporti intimi con gli altri uomini, riuscendo di fatto a provare piacere solo quando può suscitare desiderio in chi la guarda, uomo o donna che sia.
Oggetto stranissimo questo Archisex, ossia il titolo dell'unica versione ad oggi reperibile - in lingua francese - che, molto probabilmente, non ha troppo in comune con la versione (forse) a luce rossa circolata nelle nostre sale, a cominciare da manifesti che propongono crediti fittizi (Stella Stefanova e Lisya Kerr, tra le interpreti "inventate"). Ma i misteri che circondano questo lavoro sono anche altri, primo tra tutti il nome del regista: imdb attribuisce l'opera al fantomatico Patrice Rohmm (erroneamente accreditato anche alla direzione de La calda bestia di Spilberg), ipoteticamente al suo esordio dietro la macchina da presa. I titoli di coda, invece, indicano quel nome come produttore ("un film di"), mentre la direzione è equamente attribuita a Richard Dupuy e André Steger. È chiaro quindi che ci troviamo di fronte a una pellicola dalla ambigua, per non dire anonima, paternità. A rendere ancora più incerta l'identità del lungometraggio, contribuisce una seconda edizione, che sembrerebbe essere stata insertata con sequenza hard (motivo della presenza nel cast di Claudine Beccarie, Antoine Fontaine e Aline Mess). Ma l'elenco degli enigmi prosegue. Ad esempio, su un database di film per adulti, si afferma che è uscito in lingua italiana anche in home video per la Shendene, con il titolo occasionale (forse rubato ad altro film) "Di più, sempre di più". Quello che si sa con certezza di Archisex è che il soggetto arriva da un romanzo pubblicato nel gennaio del 1975, attribuito a Renarda Tropich (altro probabile pseudonimo), dal titolo L'archisexe (il libro si trova anche su Amazon) e che in origine non aveva nulla a che fare con le luci rosse, come dimostra la presenza nel cast del celebre Marcel Charvey (attore dalla lunga e affermata carriera, ingaggiato persino in Bella di giorno di Luis Buñuel), mai coinvolto in scene che possano dare adito, qui e altrove, a un suo coinvolgimento nel porno. Fatto sta che resta un'opera piuttosto spenta, girata senza troppa cura e, anche se presenta scene di nudo con simulazione di rapporti sessuali, poco o per nulla erotica. È scarsa pure la colonna sonora di Bernard Wystraete, artista che ha eseguito un lavoro forse peggiore del tecnico della fotografia (Louis Soulanes). Frédérique Baralle ce la mette tutta (la capacità di recitare, ovviamente, che pensavate?):
s'incontra all'aperto con una donna (Beccarie), con la quale entra in tenera intimità; si spoglia davanti a un automobilista ricavandone certo godimento; si apparta in camera da letto con un artista incontrato durante una mostra di pittura (con cui fa sesso tradizionale, solo suggerito, mai esposto davanti alla telecamera), senza provare alcun piacere. Archisex si trascina fiaccamente per oltre novanta minuti, mostrando tutti i suoi limiti anche a causa di un montaggio disomogeneo, che ha lo stesso effetto di un patchwork audiovisivo alla Frankenstein. Sarebbe comunque veramente interessante recuperare la versione italiana, ormai quasi certamente dispersa, per vedere come è stato distribuito nelle nostre sale.
Visto censura [1]
La ragazza porno è uscito nelle sale italiane, dopo aver ottenuto il v.c. numero 75212 in data 05/06/1980. La distribuzione ha accettato di effettuare i tagli prescritti, ossia:
1) riduzione dei movimenti di coito tra il padre della prostituta e la ragazza negra;
2) riduzione parte finale della scena del protagonista con amico che telefona mentre la donna compie la fellatio;
3) riduzione scena coito della protagonista con un giovane nel bosco;
4) - 5) riduzione ripetizioni scene tra il padre della protagonista e la negra e del rapporto tra la donna ed il giovane nel bosco.
Il verbale allegato al n.o. riporta il seguente testo:
"La Commissione verifica quindi i tagli apportati al film che risultano effettuati in conformità dei suggerimenti formulati dalla Commissione stessa, per complessivi mt. 44,20. Conseguentemente si esprime parere favorevole al rilascio del n.o. di rappresentazione in pubblico, con il divieto per i minori degli anni 18 in considerazione delle numerose scene erotiche e della esposizione di nudi maschili e femminili."
NOTA
[1] Dal sito "Italia Taglia".
"Ostentare e farsi vedere… Ciò che non si vede non esiste.."
(Baltasar Graciàn)
F.P. 02/07/2022 - Versione visionata in lingua francese (durata: 91'25")
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