Regia di Riccardo Freda vedi scheda film
A Parigi c'è un'ecatombe di giovani ragazze e tutti i cadaveri vengono rinvenuti completamente dissanguati. Un giornalista si mette sulle tracce dei colpevoli, spronato dall'improvvisa scomparsa della sua fidanzata.
I vampiri viene considerato il primo vero e proprio horror italiano, pur considerando che l'ambientazione (francese) e i toni (gotici, anglosassoni formalmente) riprendono gli stereotipi stranieri del genere; indubbiamente il lavoro di Riccardo Freda e dei suoi collaboratori è stato eccellente, poichè la pellicola brilla di luce propria nonostante le evidenti, marcate discendenze. Il primo encomio va fatto alla protagonista Gianna Maria Canale, straordinaria nel saper rendere in modo convincente due personalità che si scontrano nello stesso corpo; il secondo elogio va al regista, capace di capitalizzare al massimo i pochi mezzi a disposizione (pare che il film sia stato girato in appena due settimane); l'attestazione di stima maggiore va però, senza tanti giri di parole, all'operato di Mario Bava, direttore della fotografia, e del truccatore Francesco (Franco) Freda: è grazie a questi ultimi che I vampiri viene essenzialmente ricordato, grazie alla loro inventiva sublime capace di mettere in scena la metamorfosi di una bella ragazza in vecchia dall'aspetto decadente nel giro di pochi secondi e senza alcuno stacco, tutto in presa diretta. La storia di per sè, non bisogna fraintendere, è poca roba: un romanzetto nero con sottotrama poliziesca e lieto fine incorporato, peraltro inviso allo stesso Freda, costretto a girarlo dalla produzione; il ritmo non è uniforme, ma nella seconda parte la trama si vivacizza rapidamente; la buona recitazione e la mano del regista contribuiscono positivamente alla resa finale dell'opera. La sceneggiatura è di Freda, di Piero Regnoli e di Rijk Sijostrom (prima e ultima apparizione nei crediti di un film per lui), da un soggetto degli ultimi due; nel cast troviamo inoltre Paul Muller, Wandisa Guida, Carlo D'Angelo, Charles Fawcett, Renato Tontini, Dario Michaelis e Angiolo Galassi. 4,5/10.
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