Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Intelligente operazione di Moretti, girata durante i giorni seguenti alla caduta del Muro di Berlino, che solo formalmente può definirsi un documentario. Dalla Sicilia a Genova, poi a Bologna, a Napoli, a Torino, a Milano, a Firenze a Roma Testaccio, si sviluppa la discussione, tra chi chiede appassionatamente di non abbandonare la falce e martello o la denominazione di comunisti e chi ricorda che ormai da decenni non si è altro che socialdemocratici. Parlano gli ex partigiani, iscritti dai tempi della guerra, ma anche chi si è iscritto solo da pochi mesi. Alcuni rappresentano uno spaesamento personale e politico, mentre altri sono più consapevoli delle proprie idee. Altri ritengono necessario lo svecchiamento per rendere possibile un'alleanza con le forze progressiste del socialismo e del cattolicesimo italiano, mentre altri, scetticamente, ritengono che quest'alleanza non sarà mai realmente possibile. Fino al gran finale nella sezione testaccina, dove un militante relativamente giovane fa un discorso del quale non è che si capisca granché, ma risulta teneramente buffo. Credo che Moretti, pur soffrendo, si sia divertito a girare questo film (è lui stesso che lo chiama così, nelle note di chiusura), anche perché rappresenta una sorta di compendio iperneorealista di quanto aveva mostrato qualche mese prima in "Palombella rossa": al di là degli orpelli pallanuotistici e delle reminiscenze zivaghiane, la realtà è quella del "cosa significa essere comunisti oggi?" (o del non esserlo più), dell'essere diversi, ma uguali. (11 giugno 2008)
Il dibattito nelle sezioni comuniste di mezza Italia, alla vigilia dello scioglimento del Partito Comunista Italiano, verso una formazione che ancora non si capiva che cosa sarebbe stata.
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