Regia di Abbas Kiarostami vedi scheda film
Film di viaggio, spesso in movimento, eppure così lento. Lento perchè riflessivo, con l'idea - ambiziosa, ma sufficientemente riuscita - di costruire una leggera metafora dell'esistenza umana, precaria come la tenuta di un ponte telefonico (ora c'è campo, ora non c'è più, in pratica il tormentone dell'intero film), accostata in questo continuo riflettere alla natura, allo scorrere del tempo, al formarsi dell'esperienza nell'essere umano. Una visione basilare della vicenda potrebbe essere quella di vivere con semplicità abbandonandosi alle piccole gioie concrete, ma il discorso di Kiarostami è più complesso e stratificato, ricco di citazioni e spunti.
In un paesino rurale del medio oriente un uomo si aggira in cerca di un cimitero, per fare delle riprese di un tipico rito locale. Incontra la varia umanità del posto.
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