Lentamente la jeep attraversa il paesaggio maestoso della campagna del Kurdistan. La strada bianca avvolge con le sue curve gli alberi, le distese di grano, i morbidi picchi, le nuvole, i prati, i sassi, i pochi contadini, quasi smarriti, nello spazio vuoto e solenne. A bordo di un auto da Teheran arriva un gruppo di uomini che stanno cercando un villaggio isolato. A un bambino che li accompagna a destinazione raccontano, mentendo, che stanno cercando un tesoro nel cimitero, in cima alla collina.
Note
Il regista, al suo decimo lungometraggio, depura il suo cinema, azzera l'intreccio, dilata il tempo e fissa le pietre, le rughe, le spighe, le fronde. Esalta la sua vena contemplativa e il suo gusto fotografico. Non il suo capolavoro, e con un sospetto di manierismo. Gran Premio della Giuria al festival di Venezia.
Abbas Kiarostami dilata il tempo per rafforzare l'immutabilità di uno spazio sempre uguale a se stesso. La tragedia che popola il vasto territorio del Kurdistan fa da sfondo indiscreto ad una Jeep che spesso ne interrompe il silenzio. E' un mondo altro quello fissato su schermo, lontano dalle amenità del mondo e dalle facili ricezioni telefoniche.
se cercate un film urbano qua siete sulla cattiva strada,lunghe distese di campi coltivati e un paese abbarbicato sulle colline,poi una vita etnica da scoprire...peccato il personaggio principale,veramente antipatico...e se vedono pochi antipatici come lui.Voto 7.5
Incedere lento ed eleganza formale. Kiarostami concede un ritratto di un angolo di mondo con una storia lieve e con un intreccio quasi pari a zero. Le sequenze del "labirintico" paese rimangono indelebili nella memoria…
Nella mia notte, così breve, ahimè
il vento ha un appuntamento con le foglie.
La mia notte così breve
è piena di angoscia devastante
Ascolta…
……………………………..
Oh, toi plein de sève,
pose tes mains dans mes mains amoureuses
comme un souvenir… leggi tutto
Film di viaggio, spesso in movimento, eppure così lento. Lento perchè riflessivo, con l'idea - ambiziosa, ma sufficientemente riuscita - di costruire una leggera metafora dell'esistenza umana, precaria come la tenuta di un ponte telefonico (ora c'è campo, ora non c'è più, in pratica il tormentone dell'intero film), accostata in questo continuo riflettere alla… leggi tutto
Signor Kiarostami, non ci prenda in giro e non si prenda in giro. Dopo film bellissimi come "Close up" e "E la vita continua", non ci può raccontare una scemenza simile, con personaggi antipatici, con un telefonino che squilla chissà quante volte, con scene ultraripetitive, per dirci alla fine che quell'ingegnere e co. sono venuti in quello sperduto villaggio per riprendere con la telecamera… leggi tutto
Tra le strade desertiche del Kurdistan iraniano una macchina si inerpica per raggiungere un villaggio dove Behzad e due suoi colleghi si stanno dirigendo per condurre un’inchiesta sui riti funebri locali. L’attesa della morte di una signora anziana si prolunga più del previsto e Bezhad e i suoi colleghi entrano in contatto più profondo con i locali.
Kiarostami prosegue…
Film difficile, ma che mi sembra uno dei migliori di Kiarostami. Non c'è una vera trama perchè il regista non ne sente il bisogno, ma piuttosto uno spunto narrativo che vede un "ingegnere" (ma in realtà si tratta di un regista televisivo) arrivare in un remoto villaggio del Kurdistan per fare un reportage sul funerale di una vecchia centenaria, e delle varie interazioni che…
Signor Kiarostami, non ci prenda in giro e non si prenda in giro. Dopo film bellissimi come "Close up" e "E la vita continua", non ci può raccontare una scemenza simile, con personaggi antipatici, con un telefonino che squilla chissà quante volte, con scene ultraripetitive, per dirci alla fine che quell'ingegnere e co. sono venuti in quello sperduto villaggio per riprendere con la telecamera…
Nella mia notte, così breve, ahimè
il vento ha un appuntamento con le foglie.
La mia notte così breve
è piena di angoscia devastante
Ascolta…
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Oh, toi plein de sève,
pose tes mains dans mes mains amoureuses
comme un souvenir…
Sono anni che aspetto che di questi film esca in Italia il dvd...in Francia, Germania, Gran Bretagna sono da sempre disponibili (basta vedere sui siti più conosciuti): è anche da queste piccole cose…
Oggi non sta bene avanzare riserve su Kiarostami; meglio lodarlo senza riserve anche senza capirlo, come sembra fare Morandini che riassume "un uomo (…) che si fa chiamare ingegnere" arriva con compagni (che non si vedono mai; non ci ha riflettuto?) ad un villaggio da cui se ne vanno tutti "dopo molti giorni senza aver raggiunto il loro scopo, filmare uno speciale rito funebre che si…
Film di viaggio, spesso in movimento, eppure così lento. Lento perchè riflessivo, con l'idea - ambiziosa, ma sufficientemente riuscita - di costruire una leggera metafora dell'esistenza umana, precaria come la tenuta di un ponte telefonico (ora c'è campo, ora non c'è più, in pratica il tormentone dell'intero film), accostata in questo continuo riflettere alla…
Il vento è un affascinante “ispiratore” per grandi imprese (cinematografiche) sia come elemento turbinoso della natura (“Io e il vento” di J. Ivens e M. Loridan – 1988), che come simbolica metafora…
"Ecco l'occhio del tempo: scruta torvo da sopracciglia di sette colori. Fuochi lavano la sua palpebra, la sua lacrima e' vapore. La cieca stella vi si avventa a volo e fonde a quel piu' scottante ciglio". Paul Celan,…
Questi sono film che per la maggior parte non sono riuscito a vedere fino alla fine: a volte perfino fissare un muro bianco mi sembra più interessante...
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Commenti (4) vedi tutti
Abbas Kiarostami dilata il tempo per rafforzare l'immutabilità di uno spazio sempre uguale a se stesso. La tragedia che popola il vasto territorio del Kurdistan fa da sfondo indiscreto ad una Jeep che spesso ne interrompe il silenzio. E' un mondo altro quello fissato su schermo, lontano dalle amenità del mondo e dalle facili ricezioni telefoniche.
commento di Peppe Comunese cercate un film urbano qua siete sulla cattiva strada,lunghe distese di campi coltivati e un paese abbarbicato sulle colline,poi una vita etnica da scoprire...peccato il personaggio principale,veramente antipatico...e se vedono pochi antipatici come lui.Voto 7.5
commento di ezioIncedere lento ed eleganza formale. Kiarostami concede un ritratto di un angolo di mondo con una storia lieve e con un intreccio quasi pari a zero. Le sequenze del "labirintico" paese rimangono indelebili nella memoria…
commento di carlos brigante8
commento di nico80