Regia di Mario Bava vedi scheda film
Sulla falsariga,un pò consunta,di "E poi non ne rimase nessuno",o "Dieci piccoli indiani",che dir si voglia,un gruppo di annoiati benestanti,alla moda e ben vestiti o fisicamente assai piacenti,le donne soprattutto,si sollazzano tra giochetti perversi (una finta uccisione,con tanto di coltelli veri in mano a tutti) e intrallazzi carnali vari,finchè non si comincia a morire sul serio,e i cadaveri da mettere in ghiacciaia fino al ritorno della barca di uno dei partecipanti alla vacanza non fa ritorno:titolo oggi considerato sicuramente più importante di quando è uscito,per il riflusso delle rivalutazioni,spesso anche eccessive,di molta serie B e C del cinema del passato,"5 bambole per la luna d'agosto" è uno dei peggiori lavori,meno ispirati,del cinema di un artigiano che aveva trovato una sua umile dimensione autoriale:la mano del regista de "La maschera del demonio" si riscontra solo nei controcampi del prefinale,in cui viene chiarito chi è l'assassino,anche se la spiegazione non è completa,e si prolunga nel finale che vorrebbe essere beffardo,e invece è solo un ulteriore,fiacco,inciampo.La Fenech viene indicata come protagonista,perchè è l'unico nome che sia stato riconoscibile a posteriori dal grande pubblico,ma è una comprimaria,qui:le grazie femminili,tra fugaci apparizioni di seni e accenni lesbo,servivano ad attirare spettatori,ma la storia non gira manco a spingerla.Recitazione non pervenuta,dialoghi che fanno quasi pensare a un nonsense non voluto,delitti scoperti senza provocare alcuna suspence,e una sensazione di noia che cresce con lo scorrere dei minuti.
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