Regia di Mario Bava vedi scheda film
Nonostante la fama di 5 bambole per la luna d'agosto sia ottima, non è questo il miglior Bava: lavorando come sempre con pochi mezzi e in questa occasione su una sceneggiatura priva di mordente e discretamente prevedibile (opera di Mario Di Nardo, non proprio un nome eccellente), il regista-maestro del brivido 'all'italiana' (e copiato in tutto il mondo) stavolta fa una mezza cilecca. Perchè, oltre alla scarsa materia di partenza, che pare riciclare il meccanismo di Dieci piccoli indiani (Agatha Christie, 1939), inoltre già sviscerato certamente meglio in Sei donne per l'assassino (1964); oltre a tutto ciò, qui Bava gioca con un esotismo e un erotismo che non fanno parte del suo cinema: l'isola sperduta, la vacanza sfrenata, le coppie che si lasciano un po' andare: non c'è tanto erotismo-sesso, quanto erotismo-edonismo. Fra gli interpreti i nomi non sono straordinari (e neppure sconosciuti), ma - anche grazie alla direzione di Bava - tutto va comunque per il verso giusto: Maurice Poli, Edwige Fenech (già seminuda al minuto tre della pellicola), Ira Furstenberg, William Berger; nel cast tecnico, oltre alla ormai solita presenza di Antonio Rinaldi per la fotografia e al montaggio che è curato direttamente dal regista, va senz'altro segnalata la bella colonna sonora, l'ennesima firmata da Piero Umiliani, forse anche troppo allegrotta e ritmata per un thriller. 5/10.
In una faraonica villa su un isolotto deserto si riunisce un gruppo di coppie di facoltosi amici. Nell'apparente tranquillità, viene assassinato uno di loro. Anzi, due. No, tre. E' una lenta carneficina e tutti cominciano a sospettare di tutti.
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