Regia di Christian Nyby, Howard Hawks vedi scheda film
Il fascino di quest'opera è quello dell'ignoto affrontato nella più totale ingenuità, e con mezzi di fortuna. Questo approccio, che si riflette nella semplicità della messa in scena, fa emergere il lato umano della vicenda, quel misto di curiosità infantile e di atavica paura che sono gli opposti sentimenti con cui andiamo incontro a ciò che ci è estraneo. Sotto il profilo tecnico, in questo film la povertà dell'azione e l'ambientazione un po' rudimentale danno fiato alla narrazione, attribuendo il giusto peso ai tempi dell'attesa e alla tormentata dialettica del dubbio. La riflessione ed il confronto sopravanzano l'agire, come nella metodologia scientifica. Per dirla con le parole del dottor Carrington: "Noi scienziati non conosciamo nemici, ma solo fenomeni. E noi ne stiamo studiando uno." "La cosa da un altro mondo" è la fantascienza dei romanzi, la fantasia alla Jules Verne che inventa gli oggetti e gli esseri viventi addomesticando, al proprio estro, le leggi di natura; uno spirito creativo che è ben lontano dagli schemi della moderna sci-fi cinematografica, coi suoi tripudi di battaglie spaziali ed effetti speciali.
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