Trama
Kaman, un iracheno che cerca di entrare a piedi in Europa attraverso il confine tra Turchia e Bulgaria, viene catturato da un gruppo di vigilantes bulgari che si definiscono cacciatori di migranti. Riesce però a fuggire e, inseguito senza sosta e pietà, si ritrova perso in una foresta apparentemente sconfinata, in un mondo in cui non esistono regole o leggi. Per tre giorni e tre notti, sarà costretto a combattere per la sua vita in un clima sempre più teso e violento.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"Il tema dell'identità e della migrazione ha sempre fatto parte della mia vita e della mia famiglia. Il senso di dislocazione e talvolta di non appartenenza è un sentimento che mi è familiare. Questo film è nato da questi sentimenti e dalla paura per il futuro, in un momento storico in cui la propaganda xenofoba si è infiltrata pesantemente non solo in politica ma nel discorso quotidiano.
Europa si basa su eventi reali che accadono sulla cosiddetta "rotta dei Balcani", dove i migranti vengono introdotti clandestinamente in Europa dal confine turco e sono spesso soggetti a violenze, intimidazioni e respingimenti illegali. L'obiettivo era quello di creare un'esperienza totalizzante che potesse far nascere domande nella mente del pubblico, testando il loro concetto di empatia, per mezzo di un personaggio di cui sanno molto poco e dei suoi tentativi di sopravvivenza mentre cerca di rimanere un essere umano durante il suo orribile viaggio.
Il dramma dei migranti che entrano in Europa è da anni al centro delle cronache internazionali ma volevo andare oltre il senso di distanza che spesso trovo quando si raccontano queste storie. Sento che questa distanza può essere accorciata, quasi fino a divenire assente, nel caso di un film di finzione in cui un personaggio è quasi sempre solo, impegnato a combattere contro ciò che lo circonda, i suoi aggressori e in ultima analisi se stesso. L'obiettivo era ritrarre quella che è un'esperienza dura e disumana nel modo più realistico e viscerale possibile: respirando, vivendo e combattendo con un personaggio resiliente ma tuttavia sofferente che, con la sua storia piccola, quasi minuscola, rappresenta le lotte di molti.
Sebbene il film si concentri fortemente sul realismo e sull'approccio intimo al personaggio, dando allo spettatore un senso di presenza, per me ha anche una natura profondamente simbolica: essere un immigrato o un discendente di immigrati nell'Europa di oggi spesso fa sentire come quando ci si perde in una foresta selvaggia, dove gli amici sono pochi e i nemici innumerevoli".
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