Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Il poliziottesco all'italiana ha trovato nei tre film con Franco Gasparri un punto di fusione notevole fra gli elementi tipici della nostra cultura anni settanta come le strisce a fumetti dell'Intrepido e le sonorità e le cadenze del cinema americano di genere.
Film come "Shaft" o "The french connection" sono stati indubbiamente esempi concreti per molti film con Maurizio Merli e Luc Merenda oltre a quello in questione che non ha purtroppo una messa in scena soddisfacente e superiore a parenti stretti quali "Napoli Violenta" o "Milano calibro 9", però gode di una sceneggiatura più curata e una descrizione dei personaggi niente male, ad esempio la tossica che Mark prende sotto la sua protezione è un personaggio ben scritto che cerca di soffocare il vizio.
Il problema sta tutto nel gruppo di attori coinvolti davvero poco dotato e anonimo, se pensate che anche una vecchia volpe come Lee J. Cobb nel ruolo del cattivo non fa per niente bella figura significa che tutto il cast fa perdere un'altro punto al film ma non bisogna sottovalutare la prova di Fraco Gasparri nel ruolo di Mark.
Il fascino di Mark lo si deve tutto al mio conterraneo marchigiano che veniva dai fotoromanzi e non si può negare che la sua legnosità sia un po imbarazzante ma è altrettanto evidente la voglia di creare un personaggio e migliorare la recitazione e di conseguenza un genere non proprio nelle nostre corde come il poliziesco.
Di fatto Mark il poliziotto è un personaggio per me riuscito e Gasparri non era solo un bell'uomo ma aveva anche personalità ed un talento da educare ma purtroppo un tragico incidente in moto paralizzò la sua vita e la sua carriera di attore che rimarrà per sempre legata a questo personaggio.
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