Regia di Aldo Lado vedi scheda film
L'amore fra due giovani, Antonio e Maria, ha soltanto due ostacoli da superare, per quanto non di poca importanza: innanzitutto la ricca famiglia di lei, che non vede di buon occhio un pretendente spiantato come Antonio; in secondo luogo la verginità di Maria rappresenta un impiccio fisico e psicologico.
Ci aveva provato Salce ne Il provinciale, l'anno precedente; ci aveva provato nel 1970 Pietro Germi con Le castagne sono buone; ci riprova qui Aldo Lado, discreto mestierante alle prime armi: riuscire a fare recitare Gianni Morandi in altra parte che sè stesso, però, è decisamente impossibile. Arrogante o sentimentale, subdolo oppure cinico, Morandi non ha alcuna credibilità come attore e può giustamente funzionare come semplice immagine-vettore del proprio personaggio canoro, ma nulla di più o di diverso; ne La cosa buffa oltrettutto gli viene affidato un personaggio strutturato in maniera piuttosto complessa, ricco di luci e ombre, che avrebbe richiesto un interprete di ben altro calibro. Ma tant'è; le pretese autoriali della pellicola, tratta da un romanzo di Giuseppe Berto (che collabora alla sceneggiatura scritta dal regista e da Alessandro Parenzo), si smarriscono molto presto e non basta la confezione sufficientemente curata a rendere l'opera degna di più di tanto interesse. Ottavia Piccolo, Angela Goodwin, Riccardo Billi e Giusi Raspani Dandolo sono gli altri nomi principali nel cast; le musiche sono di Ennio Morricone, ma il compositore ci ha regalato momenti sicuramente più memorabili di questo. Lado licenzierà un film all'anno per tutto il decennio e passerà quindi a lavorare per la televisione. 3/10.
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