Regia di Russ Meyer vedi scheda film
Esercitazione di prova per Russ Meyer, che gira un film - noto anche come Megavixens - senza alcun senso logico. Un insieme di scene a se stanti, montate con ritmo frenetico, tra lande desolate, strade sterrate nel deserto e donne dal seno abbondante.
In uno sperduto paese a confine con il Messico, dietro la copertura di tutore della legge, lo sceriffo Harry (Charles Napier) contrabbanda marijuana. Per fermare un indiano apache (John Milo) pronto a denunciarne le attività illecite, Harry - accompagnato dal suo vice - inizia una caccia serrata all'uomo, interrotta unicamente da incontri "affettuosi" con la prostituta Raquel (Larissa Ely) e l'infermiera Cherry (Linda Ashton).
Cherry, Harry & Raquel! si apre con una lunga didascalia nella quale Meyer polemizza sulla censura che si era accanita, nei suoi confronti, ai tempi di Lorna (1964). Per la prima volta compare in un film del regista Charles Napier, in un ruolo che anticipa quello successivo del ben migliore Supervixens; e pare (fonte Wikipedia) essere anche il primo film a proporre un nudo integrale maschile, un full frontal di Napier. Addirittura, stando a Furia Berti, nel 2007 Cherry, Harry & Raquel! è stato inserito tra i cento maggiori incassi nella storia del cinema (Russ Meyer, Il castoro).
Di certo, visto l'anno (1969), in fatto di nudo Meyer non c'è andato leggero. Le tre modelle - ovviamente tutte con circonferenza toracica esuberante - si concedono all'obiettivo della telecamera in siparietti piccanti (talvolta però quasi subliminali), ripetuti e insistiti. Ma resta il fatto che, nonostante siano presenti tutti gli elementi che contraddistinguono la successiva serie "Vixen", Cherry, Harry & Raquel! è uno dei peggiori lavori di Meyer. Scritto, prodotto e assemblato dallo stesso regista, più che un film sembra essere un collage di scene girate indipendentemente l'una dall'altra, addirittura con degli inserti completamente fuorvianti di Uschi Digard (tra l'altro i migliori), modella sempre nuda che non ha nulla da spartire con i vari personaggi e che compie azioni insensate, facendo ballare le tette, nel bel mezzo del deserto. I soliti dialoghi surreali (in particolare il discorso "moralistico" che chiude il film) non contribuiscono a rendere migliore un lavoro davvero raffazzonato e montato con stile talmente frenetico da finire per essere quasi incomprensibile. Un fumettone che porta la firma di Meyer, ma troppo improvvisato nello sviluppo. Persino le belle riprese dei nudi femminili, per quanto studiate visivamente, risentono dell'editing arrangiato, portato a conclusione senza alcun filo logico.
"La Bellezza è una forma del Genio, anzi, è più alta del Genio perché non necessita di spiegazioni. Essa è uno dei grandi fatti del mondo, come la luce solare, la primavera, il riflesso nell’acqua scura di quella conchiglia d’argento che chiamiamo luna." (Oscar Wilde)
F.P. 16/04/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 72'18")
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta