Regia di Andrew Blake vedi scheda film
Andrew Blake, alle prese con graziose attrici, dirige un film privo di trama. Nel suo classico stile patinato e glamour, ambienta le scene in una galleria d'arte moderna dando importanza unicamente alla fallace e illusoria bellezza. Una precaria condizione, qui esposta da protagonisti costretti ad agire come automi, senza alcuna identità.
Los Angeles. Zara (Zara Whites) ha fondato una galleria d'arte moderna, all'interno della quale ha opportunità di incontrare eccentrici artisti e modelli, al servizio di un'arte raffinata ed estremamente erotica. Zara racconta del suo incontro con la pittrice Alexis (Savannah), seguito da un party tra sole donne tenuto nella galleria; ricorda la graziosa Racquel Darrian durante un servizio con un famoso fotografo, quindi è la volta di un artista di body painting, per poi finire con la più matura Lisa (Amber Lynn), piacente donna di indole voyeuristica.
Zara Whites ai tempi di Desire (1993)
Andrew Blake dirige un cast di attori porno di "seconda generazione", con Zara Whites protagonista e a seguire Racquel Darrian, Savannah e Amber Lynn tra le donne; Peter North e Randy West tra gli uomini. Diversamente dal solito, inserisce dialoghi (in realtà monologhi) pronunciati con voice over da Zara Whites, comunque piuttosto sporadici e gira un lungo e "astratto" hard, con scene lesbo ma - in via eccezionale - anche etero. Siamo nell'ambito di un film destinato al mercato home video, molto ben fotografato e con lussuosi interni. Blake gira con stile rarefatto, glamour, patinato e le bellezze coinvolte nell'azione rispecchiano l'ossessione del tempo (primi anni '90), ossia la cura maniacale del corpo (rigorosamente depilato anche nelle zone intime) predominante su tutto il resto. Sono gli anni dell'apparenza e dell'illusoria importanza data all'immagine, filosofia puramente americana ed europea. Desire (circolato anche in una versione soft per Penthouse), presenta tutti i limiti di questa (il)logica follia, a cominciare dall'assenza di una sceneggiatura vera e propria, per poi proseguire con personaggi privi di identità. Gli hard del decennio precedente sembrano lontano anni luce, e diventa quasi impossibile definire Desire un vero film. Certo, Blake ha gusto e rifugge da volgarità inutili, dai primi piani ginecologici e dal "montaggio a catena" di tanti titoli realizzati in quel periodo, ormai inflazionato dal genere amatoriale. Ciò non toglie che Desire resta un prodotto privo di appeal, un esercizio di stile fine a se stesso con bellezze imprigionate in corpi senz'anima. Belle bambole e bei pupazzi al servizio di un buon fotografo, che lasciano però un senso di vuoto generato da quella falsa animazione in cui appaiono figure, sagome, ombre malate di futile narcisismo, riuscendo a provocare nello spettatore una sensazione talvolta quasi frustrante.
Racquel Darrian ai tempi di Desire (1993)
"Una cosa bella è bella anche con le luci spente e se non c’è nessuno a guardarla, e questo è tutto quello che ho capito della bellezza." (Fabrizio Caramagna)
F.P. 21/04/2020 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 81'31")
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