Regia di William A. Wellman vedi scheda film
Grande western, poco conosciuto dal momento che la tv non lo fa vedere mai, credo a motivo del suo tono sobrio e antispettacolare. E poi - altro fumo negli occhi per i programmatori - è in bianco e nero. Però il film è ottimo: teso, asciutto, solido, compatto, sa raccontare senza fretta pur catturando tutta la nostra attenzione. Bravi sono tutti gli attori, specie il terzetto Peck, Widmark e Baxter. Ma ciò che ha di più grande e che lo rende molto diverso dal cinema più recente è il percorso morale del protagonista. Viene cresciuto bene in una famiglia dai sani principi, poi soprattutto a causa dello scompiglio e dalla sofferenza sparsi dalla guerra, sbanda verso una vita da fuorilegge. Sarà poi l'amore a toccare la sua coscienza e risvegliare la sua dignità, dandogli la forza di imporre una sterzata alla sua vita, fino a umiliarsi per riparare i crimini compiuti. Il cinismo e il nichilismo di Pekinpah sono lontani anni luce. Splendido e liberatorio il finale. La Baxter è proprio bella ed efficace, e si può dire che anch'ella compie il suo cammino morale: anche lei riesce a liberarsi dalla bramosia per l'oro, che invece divora e finisce per distruggere altri personaggi. A proposito, il film riflette anche sui nefasti effetti che la cupidigia ha sulle persone. Ieri nel West c'era l'oro della Sierra Madre, oggi ci sono le speculazioni in borsa e le avventure finanziarie, ma la sostanza non cambia.
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Molto condivisibile anche questa opinione di teaestefano.
Ottimo film.
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