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L'ultimo metrò

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su L'ultimo metrò

di supadany
8 stelle

Melodramma, più teatro, più seconda guerra mondiale, più un grande (grandissimo) regista (Francois Truffaut) e due interpreti d’eccezione (Catherine Deneuve e Gerard Depardieu) è praticamente una formula matematica che equivale a qualità e successo.

Così la regola viene confermata ed il film fu visto da un milione di spettatori in Francia ed ottenne ben 10 premi Cesar.

Parigi 1942 in piena occupazione tedesca, Marion Steiner (Catherine Deneuve) porta avanti il teatro lasciatole dal marito Lucas (Heinz Bennett) costretto a nascondersi nello scantinato dello stesso, fingendo di essere fuggito,  in quanto ebreo.

Il nuovo spettacolo va bene grazie anche alla presenza di Bernard Granger (Gerard Depardieu), ma il pericolo è sempre dietro l’angolo quando tenere in vita il teatro vuol dire anche salvare la pelle del proprio marito e quando i tedeschi guardano ogni mossa con sospetto.

 

 

Devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di più, ciò non toglie che questo sia a tutti gli effetti un lavoro valido sotto molteplici punti di vista.

Innanzitutto sfrutta appieno il periodo storico, che rende lo sfondo più affascinante e controverso, poi alterna note leggere (amore) ad altre prettamente drammatiche (il pericolo insito nella situazione nazionale, ma anche personale), infine mette in prima linea il teatro con i suoi equilibri, con i desideri e le esigenze delle persone che vi ruotano attorno.

Il tutto confezionato con stile, quasi sempre in interni, scritto con precisione e recitato con complicità da due mostri sacri del cinema francese.

Arrivando invece alle conclusioni, se il prefinale non mi è sembrato proprio encomiabile (cioè quanto succede alla fine della guerra), il colpo d’ala effettivo arriva proprio con quel finale trasportato in avanti nel tempo che mescola sagacemente realtà e finzione (il dialogo tra i due protagonisti, le mani che si stringono come un triangolo affettivo ormai consolidato), una chiusura d’alta scuola che solo i grandi registi possono pensare e rappresentare in maniera così brillante, lasciando un ricordo forte di ogni singola immagine.

Per cui alla fine rimane un film semplice, ma altrettanto efficace, un cinema pulito e di classe che può regalare soddisfazioni a parecchie fasce di pubblico.

Ben fatto.

 

François Truffaut

Combina bene gli elementi ed il suo stile risulta sempre appropriato ed efficace.

Catherine Deneuve

Prova intensa e di temperamento.

Protagonista.

Gérard Depardieu

Talento ed impeto interiore, da un buono spessore al suo personaggio.

Heinz Bennent

Recitazione di classe, in un ruolo con pochissimi contatti col mondo è bravo a far emergere le volontà del suo personaggio.

Jean Poiret

Distinto e preciso.

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