Regia di James Whale vedi scheda film
Chissà quanti se ne sono accorti che "La moglie di Frankenstein", sotto la parvenza di film horror, è di per sé una parodia. Considerando che il primo "Frankenstein" era stato diretto dallo stesso Whale con Karloff nella parte del mostro, direi un'autoparodia. L'operazione, condotta quarant'anni prima che Mel Brooks realizzasse uno dei capolavori del cinema comico ("Frankenstein junior"), non è nemmeno tanto velata, se si considerano gli indizi disseminati per tutto il film: il borgomastro fanfarone (un miles gloriosus che ispirerà il personaggio di Frederick March del film di Brooks), la serva spaventata dal mostro (che diventerà la Frau Blucher del film del '74), il Pretorius (il medicastro, che traffica con i cadaveri, ha il coraggio di dire "Brindiamo alla nostra collaborazione! Le piace il gin? E' la mia sola debolezza") che mangia nella cripta del cimitero sulla bara di un morto, le sue creature miniaturizzate, i capelli neri screziati da una saetta bianca della sposa del mostro e così via. A ben guardare i motivi parodici e comunque comici sono maggiori di quelli puramente orrorifici.
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