Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Un omicidio-suicidio apparentemente risolto muove i sospetti dell'ispettore Peretti, convinto che ci sia sotto dell'altro. Indagando, verrà a galla il rapimento e l'omicidio di una bambina e di suo padre, avvenuto tempo prima e tuttora irrisolto: Peretti crede di poter risalire a un assassino comune per tutti e quattro i morti.
Nel 1972 il thriller andava forte sul grande schermo nostrano, merito innanzitutto del successo popolare dei primi lavori di Dario Argento. E' elementare in effetti constatare che questo Mio caro assassino ha più che qualche vago legame, nei contenuti e nella forma, con L'uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e Quattro mosche di velluto grigio, tutti usciti nei due anni precedenti; bravo comunque Valerii, già assistente di Sergio Leone, a saper giostrare la tensione e a inchiodare lo spettatore alla poltrona per i cento minuti della pellicola. In una città sostanzialmente fredda, nella quale i rapporti umani sembrano costantemente difficili e ridotti al minimo indispensabile, un ispettore scaltro e ossessionato dalla 'missione' del proprio lavoro indaga su una serie di delitti apparentemente già risolti, ma che in realtà portano a nuovi, terribili scenari e a ulteriore sangue. Anche il sangue è elemento di base nella sceneggiatura di Valerii, Maesso, Leoni e Bucceri: non mancano infatti le scene raccapriccianti, così come una certa dose di azione e di nudo (femminile, rigorosamente) è garantita; a dirla tutta però sono proprio le scene madri - gli ammazzamenti, per es. - quelle in cui il regista sembra cavarsela peggio, sembra non avere il guizzo di genio appunto alla Argento. A ogni modo la coppia George Hilton-Salvo Randone è una garanzia e nel resto del cast compaiono anche William Berger, Marilù Tolo, Helga Linè; il commento sonoro non è fra i parti migliori di Morricone, ma è comunque apprezzabile; l'impressione che scaturisce nel complesso è che al film manchi sempre qualcosa a livello registico. 5/10.
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