Regia di Sydney Pollack vedi scheda film
Grandi paesaggi, molti silenzi e vari clichè in un western anni '70.
Western crepuscolare ambientato a metà ottocento con protagonista Robert Redford nei panni di Jeremiah Johnson (che è il titolo originale), che lascia la città per andare a vivere tra le montagne, dove crea una famiglia con una donna nativa americana e un bambino rimasto orfano. Tutto va bene fino a quando l'attraversamento di un terreno sacro da parte di alcuni soldati bianchi scatena una vendetta da parte di una tribù della zona...
Dopo decenni di western classici (bianchi occidentali buoni contro indiani d'America cattivi) sin dai primi anni '70 Hollywood comincia a raccontare anche l'altra faccia della medaglia. Qui torti e violenze vengono equamente suddivise, mentre il personaggio principale cerca di ricostruire la propria devastata esistenza rifugiandosi nella solitudine.
Film di lunghi silenzi e contemplazione, Sydney Pollack lo considerava quasi il suo film 'muto', è molto acclamato, anche se personalmente non mi ha moolto convinto, sarà forse per l'avvertibile tocco nella sceneggiatura di John Milius (di cui non sono un ammiratore).
Curiosità: Redford e Pollack dovettero battagliare con la produzione, che avrebbe voluto girare il film nei teatri di posa a Hollywood. Coprendo parte dei costi aggiuntivi di tasca loro l'ebbero vinta e le riprese furono effettuate in zone selvagge dello Utah, anche se il mantempo rese tutta la lavorazione molto complicata.
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